Milano, (askanews) - Nella filiera lattiero-casearia italiana mancano operatori di grandi dimensioni, soprattutto a monte, nella produzione e questo si riflette in costi più elevati rispetto ad altri paesi europei con differenze di prezzo di circa 3,3 euro ogni 100 kg di latte. E' quanto emerge da una ricerca realizzata dalla Sda Bocconi con il contributo della Parmalat che pone l'accento sulla necessità di una processo di aggregazione fra i produttori di latte per aumentare la competitività di un settore cruciale per lo sviluppo del Sistema Paese. Matteo Vizzaccaro Sda Bocconi School of Management: "La Comunità europea sta dando qualche strumento per favorire questo processo di integrazione tramite la possibilità delle organizzazioni di produttori. E' un tema culturale ed è emerso in modo abbastanza chiaro durante la nostra conversazione. Ci deve essere una propensione alla crescita, ci deve essere una propensione all'ottica di filiera, non possiamo pensare di avere delle aziende che coltivano soltanto il proprio orticello. Per lo sviluppo del settore serve una strategia di sviluppo condivisa".E dal lato dei produttori i margini di crescita sono ampi, considerando che l'Italia è un paese importatore di latte come ha spiegato il direttore generale di Parmalat Italia Giovanni Pomella: "L'Italia è un paese importatore di latte. Quindi storicamente l'Italia importa circa il 40% del proprio fabbisogno di latte e quindi esiste sicuramente una prospettiva interessante e positiva perché ovviamente si può aumentare la quota di autoproduzione e diminuire la quota di importazione. E' chiaro che è necessario recuperare competitività in termini di costi di produzione in modo da essere allineati a quelli che sono i costi di produzione degli altri paesi europei".Nella parte bassa della filiera invece il processo di crescita dimensionale si è tradotto nella creazione di grandi gruppi come Parmalat che in Italia genera ricavi pari a poco meno di un miliardo su 6,6 miliardi complessivi, dà lavoro a 1.900 persone in 10 stabilimenti e ha avviato un processo di consolidamento nel settore con l'acquisizione di Latterie Friulane nel 2015 e della pugliese Silac.