Milano (askanews) - A 50 anni esatti dalla pubblicazione di questo brano, che gli ha garantito un posto nella storia della musica italiana, Francesco Guccini ad Auschwitz ci va di persona, per la prima volta, e la fa con il "Treno per la Memoria", convoglio organizzato come ogni hanno da Cgil, Cisl e Uil, partito da Milano con a bordo 450 ragazzi da 25 scuole lombarde."Vediamo quello che sta succedendo ancora nel mondo e in maniera ogni volta diversa. I profughi che girano per i Balcani coi loro pochi bagagli sono un segno di qualche cosa che non funziona ancora, che questi poveretti che vanno in giro per il mondo senza più niente, con le case distrutte, vuol dire che la storia non insegna niente. I lager ci sono ancora, sono esistiti anche dopo, esistono ancora i tanti modi quindi la speranza si può avere, ma ne è rimasta poca".Un richiamo alla necessità di continuare a parlare di memoria, di guerra, di intolleranza, di dialogo e di pace condiviso anche dal vescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi."Primo Levi parlò dei sommersi e dei salvati, esattamente descrivendo quello che succedeva ad Auschwitz, di sommersi ce ne sono stati tanti, forse, come Francesco cantava, dobbiamo ancora molto impararlo".