Coronavirus
Contagi: feste e locali sotto osservazione, a rischio stop palestre e negozi
Allo studio chiusura anticipata dei ristoranti, numero di persone a tavola, feste come battesimi e comunioni...
Il limite, riporta il Corriere, è stato già fissato: l’indice Rt superiore a 1,5 per tre settimane di seguito. È il livello di allerta, dato dagli scienziati, oltre il quale potrebbero essere decise serrate anche per settori ritenuti strategici. Ma se da una parte sono già allo studio 'zone rosse' e chiusure anticipate di locali e ristoranti, l'obiettivo principale è tenere aperte le scuole e le attività produttive. Ecco perché l’attenzione è puntata sul monitoraggio settimanale del ministero della Salute che arriverà oggi pomeriggio.
Il dato da tenere sotto controllo è quello dei ricoveri ma soprattutto delle persone che sono in terapia intensiva, per verificare la tenuta del sistema sanitario, e non farlo andare in affanno. Soltanto in questo caso si potrebbe pensare infatti di richiudere tutto ma al momento, assicurano gli esperti. E proprio per non far impennare ulteriormente la curva epidemiologica si è concordato che i governatori firmino ordinanze più restrittive rispetto ai decreti nazionali, in modo da isolare i focolai.
In cima alla lista “nera” le aree della movida, riporta ancora il Corriere, i luoghi dove ci sono assembramenti, comprese le feste private senza escludere possibili limitazioni nel numero dei partecipanti. Ma l’attenzione si concentra anche su autobus e metropolitane, che viaggiano spesso a capienza piena nonostante dovrebbero essere occupati all’80 per cento. Con l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso il governo conta di rallentare il numero dei contagi, consapevole però che i risultati positivi non potranno arrivare in tempi brevi. E per questo i ministri degli Affari Regionali Francesco Boccia e quello della Salute Roberto Speranza stanno valutando con Regioni e Comuni quelle misure che potrebbero essere estese a livello nazionale con l’inserimento nel Dpcm che il presidente del consiglio Giuseppe Conte firmerà mercoledì 15 ottobre.
Il Comitato tecnico scientifico ha evidenziato ieri la preoccupazione per gli indici epidemiologici, sottolineando la necessità di tenere sotto osservazione il numero dei posti letto occupati negli ospedali. Il pericolo, su questo gli scienziati sono netti, riguarda l’aggregazione di persone. E infatti viene evidenziata «la grande criticità correlata alle aggregazioni di persone e degli assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico, particolarmente critici negli ambienti al chiuso o all’aperto durante le ore serali o durante i fine settimana, suggerendo l’adozione di misure, anche di controllo da parte di forze dell’ordine, atte a prevenirle». Anche perché soltanto tra un paio di settimane si avrà il quadro chiaro degli effetti causati dalla riapertura delle scuole. E appare scontato che il numero dei nuovi positivi continuerà ad aumentare giorno dopo giorno. Il modello è quello applicato ieri con l’ordinanza firmata dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti per Latina, con restrizioni per tutte le occasioni pubbliche.
La scorsa settimana Regioni e associazioni di categoria si sono opposte alla chiusura anticipata di bar e ristoranti, ma se il numero dei nuovi positivi dovesse continuare a salire con questa intensità limitazioni forti diventerebbero inevitabili. Oltre a imporre la chiusura alle 23 o alle 24 - nella convinzione che in questo modo si riesca a limitare la circolazione delle persone e in particolare dei giovani in strade e piazze con relativo assembramento - una delle ipotesi allo studio è la limitazione dei posti a tavola proprio per favorire il distanziamento.
Il numero dei partecipanti dipende inevitabilmente dalla capienza dei locali, ma una delle misure che potrebbero essere prese riguarda proprio un limite di capienza nei locali pubblici che vengono destinati alle feste private per i compleanni, ma anche a quelle che seguono matrimoni o battesimi dove il numero dei partecipanti è inevitabilmente più alto. Per questo potrebbero scattare restrizioni sulle modalità di incontro, come il divieto di organizzare buffet, conclude il Corriere.