Coronavirus

“I tamponi non sono attendibili, tutta la terapia anti-Covid inficiata”

Di Monica Camozzi

Intervista all'avvocato Mauro Sandri: "Chiusure determinate da test inattendibili. Ora porto l'Iss e il ministero della Salute in tribunale"

“Risultati attendibili si hanno fra le 20 e le 30 replicazioni massimo -spiega Sandri (come emerge dalle linee guida MIQE (Minimum Information for Publication of Quantitative Real-Time PCR Experiments” – studio finalizzato a garantire che gli studi con la Real-Time-PCR) A ogni ciclo si raddoppia la quantità di DNA, più cicli si fanno, meno il test è attendibile. Ebbene, tutti i test scelti dall’Iss per le analisi dei test Rt-PCR ai fini della determinazione del “caso confermato” sono tarati da un minimo di 35 cicli a salire. Nella regione Emilia Romagna si arriva addirittura a 41. Gli studi in mio possesso confermano che sopra i 25, 30 cicli le replicazioni danno risultati inutili”. Ma secondo Sandri c’è di più. “Come disse lo stesso Palù tempo fa e come conferma il gold standard internazionale, è previsto il prelievo di 3 geni per i test PCR. Tuttavia, dal 2/4/2020, in Italia la rilevazione anche di un singolo gene target di Sars Cov 2 viene interpretata come esito positivo”.

Si ipotizza fino all’80% di falsi positivi: uno stralcio dell’atto

Citiamo testualmente l’atto: “la percentuale di falsi positivi, conseguente all’erroneo utilizzo dei kit Rt-PCR, oltre la soglia dei 25-30 cicli, si attesta, secondo lo studio Zonghua L et al., Potential false-positive rate among the 'asymptomatic infected individuals' in close contacts of COVID-19 patients, 2020 Mar), pubblicato già il 5 marzo 2020, all’80% (doc.n.23).  Numerosi ulteriori studi successivi hanno dimostrato un’incidenza addirittura superiore di falsi positivi, addirittura fino al 95%: oltre allo studio descritto nel punto 23, si vedano ad esempio il documento di D.Donadeo, su DataBaseItalia: “Crolla il castello di carta. Un team globale di esperti chiede il ritiro dei test PCR. Ecco i 10 difetti riscontrati (doc.n.24), e l’articolatissimo documento di Demeter/Engelbrecht: I test PCR (Polymerase Chain Reaction) non sono adatti a diagnosticare una malattia infettiva (doc. n.25), unitamente a tutta la bibliografia ivi citata.