Coronavirus

Scuola, supplenti Covid non pagati. Si è inceppato il sistema degli stipendi

Ora i ministeri si rimpallano le responsabilità. La rabbia dei prof: facciamo volontariato

Scuola, supplenti Covid non pagati. Si è inceppato il sistema degli stipendi

Il Coronavirus continua a far paura in Italia. Resta alto il numero dei contagiati, preoccupa la situazione negli ospedali, specie nelle terapie intensive. Tra le tante categorie a rischio c'è quella dei docenti, a stretto contatto (in presenza), con gli studenti. Per questo in autunno - si legge sulla Stampa - lo Stato aveva arruolato 70 mila precari, ma il sistema degli stipendi adesso si è inceppato e i soldi non arrivano. Dai ministeri si rimpallano la responsabilità. Grande la rabbia di prof e assistenti: facciamo volontariato. «È frustrante», dice una maestra d’asilo genovese compulsando il gruppo WhatsApp dove ogni giorno si rende conto del penoso rito mattutino della verifica contrattuale sul portale «Istanze online ». Si clicca sulla sezione riservata agli stipendi e, mentre la rotellina gira, si prega che compaia un verdetto diverso da «verifica fondi». Così ogni giorno, da ottobre, vacanze di Natale incluse. E senza tredicesime.

Le supplenze Covid - prosegue la Stampa - nascono a settembre, in prossimità della riapertura delle scuole, per garantire le misure di sicurezza sanitaria: classi dimezzate, sanificazioni, percorsi differenziati, misurazione della febbre. Primo problema: si segue un iter inedito in un settore già di per sé complicato. Anziché stabilire un piano dell’organico e una corrispondente dotazione finanziaria, il governo mette un miliardo e lo distribuisce agli uffici scolastici regionali, che lo assegnano alle scuole. Ognuno a modo suo: chi quantifica i posti, chi le ore di supplenza. Secondo problema: le scuole interpellano insegnanti e tecnici dalle graduatorie, ma faticano a trovare disponibilità per una norma- capestro inserita nel contratto, che lo annulla in caso di lockdown. Dopo qualche settimana, la clausola viene cancellata.