Coronavirus
Vaccini, mix tra sieri diversi protegge di più. Svolta per i no ad AstraZeneca

Dottoressa Antonella Viola: "Gli studi dimostrano che farmaci diversi aiutano nell'immunizzazione"
Vaccini, mix tra sieri diversi protegge di più. Svolta per i no ad AstraZeneca
Il Coronavirus in Italia continua a far paura. I dati sono in calo ma l'emergenza non è alle spalle. Per evitare sgradite sorprese autunnali è necessario accelerare con i vaccini. La campagna prosegue ma i tanti no, soprattutto ad AstraZeneca non facilitano le cose. Ma da uno studio arriva una novità che potrebbe segnare una svolta. La seconda dose di vaccino con un preparato diverso da quello usato in occasione della prima inoculazione - si legge sul Corriere della Sera - non costituisce un problema dal punto di vista medico, anzi, in alcuni casi potrebbe essere addirittura meglio. Una recente ricerca spagnola ha monitorato 670 volontari di età compresa tra i 18 ei 59 anni che avevano già ricevuto una prima dose di AstraZeneca (un vaccino a vettore virale) e che hanno avuto in seguito Pfizer (vaccino a RNA messaggero): gli effetti collaterali non sono stati diversi, o più o meno gravi e frequenti, in compenso, sembra il mix abbia aumentato e potenziato la risposta anticorpale.
«Ci si aspettava che utilizzare vaccini differenti potesse funzionare bene, perché comunque tutti i vaccini che stiamo usando prendono la stessa proteina come bersaglio (la cosiddetta «spike», ndr). Può cambiare eventualmente la tecnologia che aiuta il vaccino a entrare nelle cellule, come succede tra AstraZeneca e Pfizer», spiega Antonella Viola, immunologa e docente di Patologia all’Università di Padova. Le combinazioni tra preparati sarebbero quindi tutte possibili e anche l’ordine di somministrazione tra uno e l’altro vaccino potrebbe essere scambiato secondo necessità. Sono, però, deduzioni fatte sulla scorta di presupposti scientifici che hanno ancora bisogno di conferme da studi specifici.