Barriere architettoniche e sogni. Una giornata da disabile: videoreportage
Vorrei ma non posso: quando le barriere architettoniche limitano i sogni. Il videoreportage
28 settembre. Da oggi è on line il documentario “Vorrei ma non posso: quando le barriere architettoniche limitano i sogni”, il video documentario della giornalista Alessia Bottone.
Un progetto patrocinato dal Comune di Verona e dall’Ordine dei giornalisti del Veneto che ha coinvolto, oltre agli esperti del settore, anche Valentina Bazzani, giornalista diversamente abile ed Elettra Bertucco, videomaker.
“Vorrei ma non posso è la risposta a un semplice interrogativo: è possibile per un disabile trascorrere una giornata all’insegna del divertimento e dello shopping in centro?” spiega la Bazzani. “Il nostro esperimento è servito per valutare il grado di accessibilità di alcuni negozi, bar, bagni del centro e molto altro. Il risultato è stato talvolta deludente. In alcune situazioni sono rimasta fuori dai negozi, altre volte abbiamo dovuto ricorrere all’aiuto dei passanti, altre volte ancora non sono riuscita ad accedere ai camerini e mi è stato proposto di cambiarmi con la porta aperta”.
Ma le barriere architettoniche sono, prima di tutto, barriere culturali e lo conferma anche la spinosa questione relativa al canone occupazione suolo pubblico.
“A Verona, il regolamento per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, contempla tra le esenzioni gli accessi carrabili destinati a soggetti portatori di handicap ma non le rampe e le pedane posizionate all’ingresso deli edifici privati aperti al pubblico volte ad abbattere le barriere architettoniche”, spiega Alessia Bottone.
La tariffa dipende dalla zona e varia in base alla metratura. Secondo i calcoli, il canone può aggirarsi anche sui 3000,00 Euro l’anno per una rampa permanente.
Una questione che non riguarda solo il comune di Verona anche se, negli ultimi anni, numerosi comuni hanno introdotto alcuni accorgimenti come nel caso del regolamento COSAP di Venezia, il quale esenta le occupazioni effettuate con pedane e altri mezzi destinati a facilitare l’accesso o il passaggio ai soggetti portatori di handicap, illustra la Bottone.
Il problema dell’accessibilità è dovuto anche all’assenza di una normativa precisa che contempli l’abbattimento delle barriere architettoniche per ciò che concerne gli edifici privati aperti al pubblico preesistenti. “Attualmente, le prescrizioni tecniche aggiornate nel 2011 e la normativa nazionale si focalizzano solo sulle nuove costruzioni, i cambi di destinazione o i casi di ristrutturazione non dando, di conseguenza, seguito a vincoli per tutte le altre casistiche”, illustra l’Avvocato Stefano Scremin dello Studio Massella di Verona.
“Non è nostro obiettivo puntare il dito contro i negozianti, anzi, è nostro desiderio contribuire a promuovere una politica di premialità”, chiarisce Michele Franz, responsabile organizzativo del Centro Regionale di Informazione sulle Barriere Architettoniche del Friuli Venezia Giulia. Non è additando i commercianti che risolveremo il problema”, prosegue, “anche perché si tratterebbe di una scelta iniqua dal momento che dovrebbero essere i comuni stessi a dare il buon esempio attraverso l’adozione dei Piani Eliminazione Barriere Architettoniche introdotti con la legge 41/86.”.
Di questo e molto altro si è parlato il 27 settembre in occasione di un incontro pubblico presso la Gran Guardia di Verona che ha coinvolto l’assessore Segala, Nicoletta Ferrari dell’Associazione Dismappa, Mario Benati Presidente di Anmic Verona. Un incontro volto a favorire il dialogo e il confronto, una goccia nell’oceano per concretizzare un sogno: una Verona a misura dei sogni di Valentina e di tutto coloro che da tempo attendono risposte.