Carlo Capasa guarda al futuro: "Dopo Costume un nuovo progetto" - Affaritaliani.it

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Carlo Capasa guarda al futuro: "Dopo Costume un nuovo progetto"

Maria Carla Rota (@MariaCarlaRota)

COSTUME NATIONAL, LA STORIA - Carlo ed Ennio Capasa, originari di Lecce ma da molto tempo trasferiti a Milano, hanno fondato Costume National nel 1986. In quell'anno Ennio, classe 1960, ha disegnato la prima collezione donna al ritorno da Tokyo, dove si era trasferito dopo l’Accademia di Brera per un’esperienza di lavoro con Yoji Yamamoto. Negli Anni Novanta il brand ha rivoluzionato la moda contemporanea, dando vita a un nuovo stile definito "cool and chic", molto apprezzato dal mercato e dallo star system internazionale. Nel 2009 l’ingresso in società del partner giapponese Sequedge, che ora ha rilevato tutte le quote dell'azienda e ha firmato un accordo con i due fratelli per la loro uscita.

Nel 2014 l'azienda ha registrato un giro d’affari di 6,3 milioni di euro.

"Guardiamo avanti. Per natura, come è nel carattere degli uomini del Sud, rivolgiamo lo sguardo al futuro". Così Carlo Capasa commenta con Affaritaliani.it la notizia diffusa ieri dell’acquisizione di Costume National da parte del fondo giapponese Sequedge. Contemporaneamente è arrivato anche l’annuncio dell’addio da parte dei fratelli fondatori: Carlo, attualmente presidente di Camera nazionale della Moda, ha lasciato il ruolo di amministratore delegato, Ennio quello di direttore creativo.

Che cosa si prova ad abbandonare un progetto seguito con passione per trent'anni?
"Il cambiamento era nell’aria da tempo. Il fondo giapponese aveva una call, evidentemente per loro molto vantaggiosa, e ha esercitato l’opzione. Abbiamo cercato di fare il possibile per evitarlo, ma è andata così e adesso guardiamo avanti".

Che cosa c’è nel futuro suo e di suo fratello Ennio?
"Da quando abbiamo iniziato questo percorso abbiamo sempre avuto l’indubbio vantaggio di essere liberi. E ancora oggi lo siamo, non avendo vincoli di non concorrenza. Siamo liberi di fare quello che ci piace, liberi di scegliere ciò che vogliamo. Sicuramente faremo qualcosa".

Avete già un progetto?
"Un’idea c’è, ma stiamo mettendo a punto i dettagli ed è ancora presto per parlarne".

Come proseguirà invece il corso di Costume National?
"Speriamo che il fondo Sequedge si prenda cura del brand. Non possiamo influenzare le loro scelte. Guarderemo anche noi con curiosità e preoccupazione per capire quale evoluzione avrà".

Ripensando alla storia del brand quali sono i momenti, positivi ma anche negativi, che ricorda di più?
"E’ un brand che ci ha dato molte soddisfazioni. Ci ha permesso di promuovere un'estetica unica e innovativa, determinando un'epoca e contribuendo a costruire una parte della storia della moda. Uno dei ricordi più belli, a questo proposito, è la pagina che ci dedicò il New York Times, dicendo che Ennio aveva influenzato la moda maschile negli Anni Novanta quanto Armani negli Anni Ottanta. E’ stato un grande momento, molto emozionante. Da lì siamo andati avanti, affrontato anche le difficoltà, che non sono mancate. Ma complessivamente è stata una bellissima avventura".

Come è cambiato il mondo della moda dalla nascita di Costume National?
"Sicuramente è diventato un mondo molto più globale. Credo che i passaggi fondamentali siano stati due. Il primo intorno agli Anni Duemila, quando la finanza è entrata nella moda, avendo capito che era un settore altamente in espansione e altamente remunerativo. Da allora il modo di fare questo mestiere è cambiato radicalmente. Il secondo passaggio storico è avvenuto negli ultimi anni con la crescita della digitalizzazione e tutto quello che rappresenta per le case di moda oggi".