Costume
E' legge il primo Piano nazionale di gestione del corallo rosso, l'oro torrese
Mazza (Assocoral): "Finalmente c'è una regolamentazione che riguarda tutto il Paese". Il provvedimento normativo disciplina le fasi della filiera produttiva
Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, è legge il primo Piano nazionale di gestione del corallo rosso. Dopo anni di confronto con gli organi del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo si disciplina così la filiera produttiva di questo organismo marino né vegetale né minerale, tipico dei mari italiani e del bacino del Mediterraneo, garantendone la sostenibilità unitamente alla salvaguardia del territorio. Un settore che ha i suoi interessi produttivi, economici e commerciali nel distretto di Torre del Greco. Tanto che il corallo fa parte dello stemma civico della cittadina vesuviana. Il Piano disciplina le fasi iniziali di una filiera produttiva -la lavorazione artigianale del corallo- affinché vi sia una reale e concreta tutela della materia prima che da secoli rappresenta parte integrante del tessuto economico del territorio torrese e, soprattutto, della sua storia, tradizione e identità. La norma specifica la durata del periodo di raccolta, le acque in cui è consentita, i requisiti per i subacquei che effettuano la raccolta, le quantità giornaliere di prelievo ammesse, i porti di sbarco per la registrazione del corallo raccolto, la profondità non inferiore ai 50 metri. Un risultato importante raggiunto dopo un lungo percorso fatto di studi, approfondimenti, incontri, confronto e condivisione al fine di sviluppare una regolamentazione di carattere nazionale. Fino a oggi, l’unico Piano esistente in Italia era quello della Sardegna, che essendo una regione a statuto speciale, si era dotata del documento fin dal 1976. Oggi il provvedimento riguarda le acque marine di tutto il territorio nazionale. A spiegarne dettagli e implicazioni per il settore ad Affaritaliani.it è Tommaso Mazza, presidente di Assocoral, l’associazione che raggruppa le imprese del corallo, cammei e materie affini: “Era di fondamentale importanza giungere a una regolamentazione nazionale. Tra le nostre attività associative includiamo anche quella della comunicazione e divulgazione affinché l’opinione pubblica sappia che acquistare un gioiello in corallo significa acquistare un oggetto che racchiude storia, arte, bellezza, tradizione e unicità nel pieno rispetto dell’ambiente marino e dell’eco-sostenibilità attraverso la tracciabilità della materia prima assicurata da uno strumento legislativo. Noi -aggiunge Mazza- siamo i primi a voler tutelare la materia prima e il suo habitat. Il corallo -così come il cammeo su conchiglia- rappresenta il nostro passato, il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. Il nostro non è solo un settore economico, ma una storia diventata parte costitutiva dell’identità di una intera comunità”.