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Groppelli: "Io cornificata 2 volte, da Kunz e Santanchè. Salvata da Sallusti"

di redazione costume

Opinionista e giornalista, Groppelli racconta delle sue origini fino al capitolo doloroso del divorzio dal marito che l'ha tradì con l'amica Santanchè

Patrizia Groppelli: "Tradita da mio marito Kunz e dalla mia amica Santanchè. L'amore di Sallusti mi salvò"

Dagli studi dalle suore Orsoline, le vacanze a Saint-Moritz e l'educazione rigorosa, passando per il suo legame con la televisione e per arrivare al duro divorzio da Dimitri Kuntz: "Ho sofferto soprattutto perché mi è scoppiato tra le mani il matrimonio, che io non avrei mai fatto saltare, e per aver subito un doppio tradimento". Tutto questo è Patrizia Groppelli, giornalista e opinionista, che si è raccontata FqMagazine, parlando delle origini (televisive e non), l’amore con Alessandro Sallusti (nato su un letto di ospedale) e, per la prima volta, anche dell’ex amica Daniela Santanché: “Oggi posso dirlo: senza volerlo, Santanché mi ha fatto il regalo della vita”.

Le sue origini?
Famiglia della cosiddetta Milano bene, papà italiano e mamma svizzera. Studi dalle suore Orsoline, le vacanze a Saint-Moritz, educazione rigorosa. I miei genitori ci tenevano alla forma – niente gomiti sul tavolo quando si mangia, non si parla con la bocca piena, gomiti vicini al busto come se si avessero due libri sotto le ascelle – e soprattutto alla sostanza. Piedi a terra, umiltà, rispetto assoluto per il lavoro e per i soldi, cultura e indipendenza.

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Prime esperienze lavorative?
Ricordo ancora l’odore del divano di pelle nera nella redazione di Glamour, dove facevo lunghe ore di anticamera. Mi piazzavo lì e aspettavo di essere ricevuta. Un giorno, forse per sfinimento, mi presero. Iniziai una collaborazione e mi specializzai nella moda.

Dove finisce la persona e dove inizia il personaggio Groppelli?
Non indosso una maschera, mai, semplicemente mi accendo quando parte il dibattito. So che è il mio ruolo, so che cosa si aspettano da me. Certo, esaspero un po’ certe le prese di posizione, esagero e infatti spesso mi sto sulle palle da sola. Ma non recito a soggetto. M’infiammo davanti alle ingiustizie o se intuisco che qualcuno si rifugia nel politicamente corretto pur di non dire ciò che pensa davvero.

Si è data una regola?
Non me la prendo mai coi deboli e con i cretini.

La volta in cui ha esagerato di più?
Stando alle querele ricevute, diverse volte. Alcune vicende, in particolare, rischiano di costarmi care per cui preferisco non parlarne. Altre sono surreali.

Risse a telecamere spente?
Sì. In ascensore, un’influencer – di cui non farò mai il nome per non regalarle un briciolo di visibilità – mi ha messo le mani nei capelli. Sono stata ferma, zitta, immobile e non ho risposto alla provocazione. C’erano con noi due testimoni: rimasero a bocca aperta.

Invece il giorno dopo le nozze, a Pomeriggio 5, lei mostrò la fede al dito e si commosse dicendo: “Oggi sono veramente felice, sono libera e ho accanto un compagno che ora è un marito”. Perché disse di sentirsi libera? Prima delle nozze non lo era stata?
Non lo sono stata totalmente e per molti anni.

Perché?
Perché portare le corna così pubblicamente è stata una vergogna – retaggio culturale forse derivante dalla mia educazione -, perché ho subito una pressione mediatica enorme che mi ha fatto stare molto male, perché lo strascico del divorzio è stato lungo e doloroso. Non riuscivo ad essere felice fino in fondo e di conseguenza nemmeno totalmente libera.

Del suo divorzio da Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena si è scritto molto mentre lei non ne ha praticamente mai parlato. È stata una scelta strategica?
No, mi è venuto naturale agire così. Dopo quattordici anni di matrimonio non riuscirei a parlare male di una persona con cui ho condiviso tutto. E poi ai tempi non avevo neppure il fiato per parlare… eppure, ne avrei avute di cose da raccontare.

Poco fa parlava della sofferenza per la pressione mediatica…
Ho sofferto soprattutto perché mi è scoppiato tra le mani il matrimonio, che io non avrei mai fatto saltare, e per aver subito un doppio tradimento: quello del marito e quello dell’amica. Il più pesante da digerire è stato quello dell’amica.

Cos’accade quando scoprì che Daniela Santanché stava con Dimitri?
Persi diciotto chili, arrivando a pesarne 43 chili. Entrai in un vortice negativo, di cui preferisco non parlare nel dettaglio, che mi stava logorando.

Come ne uscì?
Mi ha salvato la vita Alessandro Sallusti. Se non ci fosse stato lui, oggi non sarei qui. Da vero amico mi ha avvolto, mi ha protetto, mi ha preso per mano. Non avrei superato quella tragedia senza di lui. Per due mesi non abbiamo potuto parlare con nessuno di ciò che stavamo subendo: loro si sono innamorati ma negavano l’evidenza persino a noi. Hanno continuato a negare fino a quando non sono uscite le foto sui giornali: a quel punto ci è crollato il mondo addosso e la sofferenza ci ha uniti.

Dimitri lascia lei, Santanché lascia Sallusti e si mettono assieme. Poco dopo la vostra amicizia diventa amore. Sembra un romanzo d’appendice.
Hanno scritto ricostruzioni falsate e inventato di tutto ma io difenderò sempre la mia storia con Alessandro, perché so esattamente come e quando l’amicizia si è trasformata in amore.

Quando?
La nostra storia è nata sul letto dell’ospedale. Una sera Alessandro mi chiese di andare a mangiare una pizza, io rifiuto, poi cedo e quando arriviamo al ristorante noto che ha la bocca storta. Si accende un allarme, gli chiedo di darmi il numero del professor Zangrillo che inizialmente pensa si tratti di un sintomo causato dal forte stress di quel periodo.

Invece?
Insisto, Zangrillo dice di correre al San Raffaele e quando arriviamo scoprono che Alessandro aveva un infarto in corso. Dopo due stent al cuore e un’anestesia, appena si è svegliato dall’operazione mi ha baciata. Oggi posso dirlo: senza volerlo, Santanché mi ha fatto il regalo della vita.

Ospite a Belve, la Santanché fu dura nei suoi confronti, senza mai nominarla, e disse: “L’importante nella vita è mantenersi da soli. È molto bello fare i fenomeni con i soldi degli ex mariti”. Lei, a sua volta senza citarla, ci andò giù dura su Chi: “Ci sono le imprenditrici che si fanno mantenere indirettamente da dipendenti e fornitori che non pagano, dai creditori ai quali non saldano i debiti”.
Disse anche che non eravamo amiche, ma io le volevo bene e mi fidavo di lei. Non sono mai stata una mantenuta, non ho mai avuto debiti in vita mia, sono indipendente, mi mantengo da sola. Poi mi pare che quella frecciatina nei miei confronti non le abbia portato bene, vedi le cronache di questi giorni. Ma siccome sono una signora, sorvolo e non aggiungo altro perché in questo momento non mi va di infierire sul tema soldi. Però mi faccia dire un’altra cosa…

Dica.
Mi è rimasto impresso uno dei suoi mantra: “Un animale ferito va ucciso perché se si rialza e guarisce diventa pericoloso”. Io mi sono rialzata e pur non essendo pericolosa, sono comunque un esempio per tutte le donne e gli uomini traditi: anche quando le macerie della vita ti travolgono, ci si può rimettere in piedi. Lei forse avrebbe preferito vedermi ridotta a piccola fiammiferaia, invece oggi sono più forte di prima.

Vi siete mai incontrati visto che vivete a Milano e frequentate Forte dei Marmi?
Mai rincontrati, mai visti nemmeno per sbaglio. Ma io e Sallusti facciamo una vita molto riservata. Preferiamo le cene con gli amici e le sagre di paese alla mondanità.