Costume
Raffaella Carrà, la più amata dagli italiani:la tv con te era gioia e felicità
"La Carrà che ricordo io è quella della tv del mattino a inizio anni '80... il pronto Raffaella, quella delle telefonate del pubblico a casa: un mito"
La più amata dagli italiani questo era un ritornello di un famosissimo spot anni '80 e la protagonista era Lei, la mitica Raffaella Carrà. Un' artista tutto tondo e trecentosessanta gradi di talento: attrice, cantante, ballerina, coreografa, ideatrice programmiù, autrice, presentatrice e talent scout.
Aveva lavorato coi più grandi artisti italiani e stranieri era famosa anche all'estero, i suoi programmi erano di grande successo. Potrei scrivere tre libri sulle sue gesta artistiche e sulle sue qualità ma questo ci penseranno autori più illustri e speciali del sottoscritto.
La cosa più bella di Raffaella è che potevi chiamar la anche semplicemente Raffaella per i suoi fans "Raffa", molto gettonata nelle parodie e satira anni '80. La grandezza di un personaggio è nella facilità di caricar la di mitizzarla anche nella comicità perché la rendeva più simpatica e accessibile. La Carrà che ricordo io è quella della tv del mattino a inizio anni '80, il pronto Raffaella e la scatola o barattolo di fagioli, quella delle telefonate del pubblico a casa, quella che vedevo tornato dagli allenamenti di box!!!!pardon scuola...
La sua grandezza non era nelle bellissime sigle e nella sua emancipata bellezza o nell'immensa professionalità. La grandezza della più amata del Bel Paese era che potevi legarla a momenti belli della tua vita come quando la mia cugina veniva in bicicletta dalla cittadina limitrofa di Trecate a portarmi le uova fresche e la rivista strappata e un po' sporca dove c'era imperiosa Lei.
Le domeniche dai nonni dove aspettavo in sovraimpressione i risultati della mia squadra del cuore mangiando la torta fatta in casa, in attesa del 90esimo minuto del inossidabile Paolo Valenti. Erano i sabati sera dove sognavo di fare il ballerino e ogni volta rompevo un suppellettile o lampadario o mobile. Il festival di Sanremo dove sognavo di cantare le mie plagio canzoni demenziali.
Raffaella e la sua figura da Prof con le palle e meritocratica era sempre presente con la sua gentilezza e cortesia e non con ostentazione e presunzione. La sua grande ambizione e semplicità erano contagiose perché aveva un rispetto enorme del pubblico riusciva a fare tutto senza mettere in inbarazzo o umiliare. La tv con Lei era veramente allegria, gioia, felicità e voglia di stare davanti allo schermo con la mia mamma che vedeva una sua coscritta che con tenacia, lavoro e studio era arrivata ai vertici nazionali e mondiali.
I ricordi sono la cosa più bella che ci lascia questa eterna artista perché l'eternità sarà la sua più grande forza. Vivrà per sempre con le nostre emozioni e dolori e il tempo passerà ma vedremo sempre la sua bionda chioma ondeggiare su e giù accompagnata dalla grassa e contagiosa risata. Era la provincia sana e laboriosa che ci portiamo dentro noi che abbiamo avuto la fortuna di poterla ammirare.
L'unica volta che l'ho vista è stato nel 1998 a Milano. Era il giorno del Tele gatto al Teatro Nazionale della città meneghina in piaza Piemonte e io e un gruppo d'amici tra cui la bella dell'università. La lezione di Diritto Privato poteva attendere e con tram 16 siamo arrivati a vedere i nostri idoli, la calca era tanta ma siamo riusciti a trovare un posto al sole purtroppo c'era un mano morta che aveva trovato riposo sulle chiatte d'orate della mia splendida amica. .quindi abbiamo dovuto iamo dovuto girare l'angolo.
Sono riuscito pure a farmi intervistare dal Tg5 con somme risate del gruppo di studio, poi la fatica per i miei 145 kg si fece assai forte e cercai una seggiola in un alberello dove era appollaiato un ragazzetto che vedendomi salire picchiò giù un urlo da Tarzan.
In quel momento una Mercedes nera rallentò a salutare il pubblico e con il finestrino abbassato percorreva piano piano la transennata di fans , all'interno c'era Lei, la mitica, che sorrideva e rideva, non so se aveva visto quella scena da film di Pierino, so solo che io gridai ...wwww...la Raffa... La gente festosa e contenta scoppiò in una risata degna della più amata.
L'orario era avanzato e i miei amici più magri e snelli corsero alla metro pure la mia fiamma e io restai da solo. Metro treno e motorino mi riportarono a casa dove mia madre col bastone minaccio la pena più severa. A letto senza cena, io implorai: "Mamma ho visto la Carrà!!!!". Mia madre cambio tono e colore e mi inondò di domande a cui risposi con una compilation di balle degne del miglior politico navigato.
Tra le tante battute da farabolano millantai una foto. Purtroppo quella foto non l'ho fatta mai e non la potrò più fare ma il ricordo di quel pomeriggio e la felicità ingenua (ma non troppo) di mia madre la porterò sempre nel mio cuore, come il musetto e pure un altro etto in basso ovvero lato di b della ragazzetta che mi lasciò sul binario della metro solo.
Oggi al sapere della sua di partita mi sento come allora: smarrito e contento. Perché come diceva il grande Faletti: "Non è importante cosa trovi alla fine della corsa ma l'emozioni e sogni che provi mentre corri". Io in vita mia ho corso molto poco, però la più amata dagli italiani mi ha lasciato ricordi, emozioni e sogni che saranno sempre impressi nella mia mente come il sorriso e misure d'orate della "fiammetta" che ha sempre riempito il mio cuore. E, ciao Raffa, sarai sempre la più grande di tutte, avevi ragione se cade il mondo spostiamoci più in là.