Costume
Salsa e sughi pronti battono i "vecchi" pelati. Nuove abitudini in cucina
Le nuove tendenze in cucina... Salsa e sughi pronti battono i "vecchi" pelati
Cambiano i gusti dei consumatori, salsa e sughi pronti fanno calare i consumi dei pelati. Non solo in Italia, ma anche all’estero. Per fronteggiare la crisi, i produttori conservieri del Nord Italia raggruppati nell’Aiipa entrano da gennaio a far parte dell’Anicav, l’associazione degli industriali delle conserve alimentari vegetali. Obiettivo comune è rilanciare il prodotto Made in Italy del pomodoro pelato e portare avanti un discorso di tutela attraverso il suo riconoscimento con la certificazione Igp; un percorso che dovrebbe favorire un’incisiva penetrazione nei nuovi mercati spingendo sulla promozione di quegli elementi che sono alla base di questo prodotto di eccellenza: qualità, tradizione, genuinità e forte legame tra prodotto e territorio. In una parola, tipicità.
L’operazione imprenditoriale dovrebbe portare ad una crescita complessiva del livello di rappresentatività dell’Anicav in termini di aziende associate che crescono adesso del 30%. Il fatturato passerà invece dagli 1,9 del 2016 a 2,5 miliardi di euro stimati nel 2017. Se nel 1990 il pomodoro pelato rappresentava il 51% dei consumi interni, a fronte di una quota del 12% riferita alla passata, nel 2016 la domanda è rimasta ferma al 16%. Il consumo di passata è invece balzato al 55%. Anche la positiva tendenza dell’export di pelati fatta registrare nel quinquennio 2011/2015 si è interrotta. A fronte di una crescita delle esportazioni del 3,7%, al 30 giugno del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è registrata una riduzione in valore delle vendite all’estero del 4,6%. Il dato è la testimonianza che le aziende, pur continuando a mantenere le stesse quote di mercato, hanno esportato i propri prodotti a prezzi più bassi pur di reggere la concorrenza.
Soprattutto nei mercati tradizionali, come Regno Unito, Germania, Stati Uniti e Giappone. “L’intento del nuovo corso è quello di consentire alle nostre produzioni di arrivare sui mercati esteri con la giusta massa critica e con un’immagine forte”, dichiara il presidente dell’Anicav, Antonio Ferraioli. “Stiamo dialogando con le principali organizzazioni agricole per poter utilizzare il brand San Marzano per l’Igp del pomodoro pelato lungo. Se non ci riusciremo, saremo costretti a mettere da parte la dicitura San Marzano, l’unica strada capace di contrastare sui mercati internazionali il fenomeno dell’italian sounding che ci sta sottraendo anche ingenti risorse economiche. Stiamo infatti continuando a cedere quote di mercato ad altri Paesi che propongono pelati che di San Marzano non hanno nulla, essendo nella gran parte dei casi addirittura pomodori tondi”. In Italia, tuttavia, il consumo è in calo ed il pelato rischia addirittura di estinguersi, schiacciato dalla salsa e dai sughi pronti. Se negli anni ’80 rappresentava la metà del consumo nazionale dei prodotti lavorati, oggi è poco sopra il 10% ed il suo destino sembra segnato: diventare un prodotto di nicchia, nella migliore delle ipotesi nelle vetrine per gourmet.
Eduardo Cagnazzi