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Viaggi accessibili per il mondo. L'idea di Danilo Ragona e Luca Paiardi

"Viaggio Italia" è il progetto di due ragazzi disabili di Torino che realizzano viaggi per vedere se la parola accessibilità sia sinonimo di realtà

Vent’anni fa, dopo un incidente, Luca e Danilo si sono trovati su una carrozzina a causa di una lesione spinale traumatica, e nei corridoi dell’Unità Spinale di Torino è nata la loro amicizia. Nel tempo, hanno trovato il coraggio e capito che non bisogna dare alla disabilità il potere di annullare la vita, hanno intuito nei limiti nuovi confini da esplorare, non hanno rinunciato a perseguire progetti professionali ed esistenziali."

Nel 2015 i due hanno lanciato ‘Viaggio Italia’, progetto che nasce dall’idea di “condividere le esperienze positive che si possono vivere con la disabilità, usando il viaggio come escamotage”: l’obiettivo è parlare della quotidianità, senza filtri, in modo diretto, per mostrare nel concreto che “la disabilità può essere un punto di partenza che non preclude una esistenza intensa”.

 

VIAGGIO ITALIA AROUND THE WORLD

Danilo Ragona e Luca Paiardi dal 2015 sono stati in più di 50 città, hanno visitato il Kenya, l’India, il Brasile e Fuerteventura, hanno viaggiato per più di 150 giorni, visitato 5 Unità spinali in Italia e a Nairobi, hanno svolto 30 attività sportive… e sono solo all’inizio

Danilo Ragona, classe 1978, è un progettista designer (è imprenditore, presidente della Able To Enjoy), Luca Paiardi, classe 1979, è architetto, musicista (è il bassista degli Stearica) e pratica tennis a livello agonistico. Nel 2015 hanno dato vita a Viaggio Italia, un viaggio speciale, in Italia prima e oltre i confini nazionali poi, fatto di sport (anche estremi), incontri, prove, scambi, imprese, sfide… tutte affrontate a bordo delle loro carrozzine, sulle quali si muovono da 20 anni per una lesione spinale traumatica in seguito ad incidente. Viaggio Italia nasce dall'idea di condividere le esperienze positive che si possono vivere con la disabilità, usando il viaggio come escamotage per parlare della quotidianità, senza filtri, in modo diretto, per mostrare nel concreto che la disabilità può essere un punto di partenza che non preclude una esistenza intensa. Viaggio Italia è un progetto di comunicazione, per aprire una finestra sul mondo della disabilità, raccontandone le possibilità. Sino ad ora hanno toccato più di 50 città in Italia. E hanno portato la loro energia a Fuerteventura, Brasile, India e Kenya.

Come vi siete conosciuti?

“Ci siamo conosciuti al Manhattan, un locale di Torino, che ancora esiste. All'epoca (erano gli anni novanta - ndr) era uno dei pochi pub-ristoranti della nostra città accessibile. Un giorno, poi, chiacchierando, abbiamo scoperto che ci eravamo lasciati il letto in Unità Spinale. Quando Danilo è uscito, io sono entrato, perché abbiamo avuto un incidente a sei mesi di distanza”.


Quali sono le nuove abitudine che avete abbracciato dopo l'incidente?

“Quando fai un incidente come il nostro e ti svegli con una lesione spinale devi ricominciare daccapo. Devi tornare a sentire il tuo corpo. E' come se tornassi bambino e dovessi imparare da zero le sensazioni che la pelle, gli arti, gli organi interni ti mandano. Sembra strano quello che stiamo per dire, ma è quasi meglio avere un incidente così da giovani che da grandi. Cioè è molto più semplice adattarsi e ricominciare per un ragazzo che per una persona adulta. Noi avevamo circa 20 anni e ci siamo trovati catapultati in una nuova realtà, a dover fare i conti con un corpo con un nuovo tempo. Nonostante nelle Unità Spinali si apprendano i rudimenti della nuova vita, poi sta ad ognuno singolarmente capire cosa fare. Anche perché ogni paraplegia è diversa e varia anche in base all'altezza della lesione. Quindi le nuove abitudini hanno riguardato tutto ciò che concerne la parte del corpo che è stata toccata dall'immobilità, che significa anche assenza di sensibilità, una cosa che spesso non si pensa”.

Per quanto riguarda le abitudini Danilo Ragona, dopo un anno, come aveva programmato precedentemente all'incidente, è andato a vivere da solo e ha cominciato a giocare a ping-pong, sport nel quale ha ottenuto ottimi risultati. Luca Paiardi ha deciso di iscriversi ad Architettura, facendo anche un'esperienza all'estero con l'Università, continuando a girare con il gruppo con cui suonava il basso, gli Stearica, e intraprendendo una serie di attività sportive, in primis il tennis, classificandosi nel 2017 addirittura settimo a livello nazionale e prendendo parte a molti tornei e campionati.

“Da un punto di vista tecnico si può dire che cambiano le altezze e i punti di vista: in casa bisogna ragionare nell'ottica di una persona che non può alzarsi dalla sedia a rotelle e in bagno sono necessarie delle accortezze. Anche i viaggi prendono una nuova forma: per andare in aereo o in treno è necessario chiedere l'assistenza, imbarcarsi prima, e trovare strutture accessibili… ma tutto si può fare, basta volerlo”

 

In cosa dovete mettere più energia?

“In tutto! Ma è una energia che abbiamo scoperto di avere. Facciamo tantissime cose, siamo sempre in movimento e abbiamo moltissimi progetti. Non abbiamo mai amato quell'immagine del disabile che si piange addosso come non abbiamo mai apprezzato particolarmente alcuni atteggiamenti dei familiari che tendono a chiudere in una campana di vetro chi si trova in difficoltà dal punto di vista motorio. Preferiamo essere autonomi il più possibile. Si chiede aiuto se proprio è necessario o non se ne può fare a meno… ma fin dove arrivano le nostre braccia e la nostra forza si va! E con Viaggio Italia questo vogliamo raccontare. Che i limiti non esistono o comunque possono essere spostati più in là. Oltre quel limite che ognuno di noi pensa di avere. Vogliamo far conoscere l'Italia positiva, quella fatta da persone che provano a far la differenza, che si preoccupano degli altri, che tengono presente le esigenze di chi è in carrozzina. Proviamo a raccontare l'Italia accessibile da tanti punti di vista. Non solo. Ci piace raccontare le persone, perché in giro ci sono molte più persone positive di quanto si pensi! Non ci piace raccontare un albero che cade, ma sempre la foresta che cresce! E lo stesso lo abbiamo cominciato a fare da un paio di anni all'estero: a Fuerteventura, in Brasile, in India, vicino all'Himalaya e poi in Kenya, dove addirittura siamo stati nello Slum di Nairobi e nell'Unità spinale della capitale kenyota, per confrontarci con i ragazzi africani, per provare a portare delle idee, innovazioni, per far conoscere le possibilità che ci sono ed anche per donare loro una carrozzina”.

Perché Luca e Danilo nei loro viaggi al primo posto pongono anche la beneficenza.


Quali sono i Paesi che avete visitato e quello che avete amato di più?

“Non possiamo nascondere che il Kenya ci è rimasto nel cuore. I colori, la gente, gli sguardi. Ci ha colpito la positività nonostante tutto, la loro capacità di accogliere, di abbracciare”.

 
Parliamo di accessibilità nel mondo: a che punto siamo?

“C'è tanto da fare, soprattutto se pensiamo che nel mondo c'è circa un miliardo di disabili. Questo significa che, se si pensa che ogni disabile ha almeno una persona al suo fianco, la disabilità riguarda almeno 2 miliardi di persone… eppure non possiamo dire che il mondo è a dimensione di disabilità. Sino ad ora abbiamo partecipato anche ad alcuni progetti, come a Materamare e in India, nel Ladakh, dove siamo stati, una regione a nord dell'India, abbiamo dato dei consigli anche per rendere accessibile una scuola…”.

 

Qual è il momento della giornata che preferite?

“Il risveglio con il raggio di sole che passa dalla finestra. È il momento delle possibilità...”.