Cronache
5 anni senza Giulio Regeni. Mattarella: "Ci sia adeguata risposta dall'Egitto"
Dal 25 gennaio 2016 è ancora in corso una battaglia tra la famiglia, il governo di Roma e quello guidato da Al Sisi
Il 25 gennaio del 2016 spariva al Cairo Giulio Regeni, 28enne dottorando italiano all'Università di Cambridge ma in Egitto per scrivere una tesi sui sindacati della capitale egiziana. Il corpo martoriato del giovane venne ritrovato il successivo 3 febbraio lungo il margine di una strada periferica della città. Cinque anni dopo è ancora in corso una battaglia tra la famiglia, il governo di Roma e quello guidato da Al Sisi per processare quelli che sono stati identificati come possibili colpevoli.
Il 10 dicembre 2019 la Procura di Roma annuncia di aver chiuso l'inchiesta sul sequestro e sull'uccisione del ricercatore italiano. I pubblici ministeri emettono quattro avvisi di chiusura delle indagini nei confronti di alcuni membri dei servizi segreti egiziani, ad oggi irreperibili, che sono accusati, tra le varie accuse, di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.
Il 1 dicembre 2020 viene reso noto che, fino a questa data, le varie proroghe di indagine ai diretti interessati, in assenza dell'elezione di domicilio che il Cairo si è sempre rifiutato di fornire, sono state notificate agli avvocati d'ufficio iscritti all'ordine di Roma. Per la notifica degli atti a chi è indagato all'estero, può essere sufficiente un decreto di irreperibilità, ma il problema si pone quando tutte le carte arriveranno all'attenzione di un gup che, in autonomia, dovrà valutare se i (probabili) imputati hanno avuto o no notizie del procedimento o se tutto quanto svolto dalla procura sino ad oggi è stato fatto a loro insaputa. Senza l'elezione di domicilio, infatti, occorre provare con altri elementi che gli indagati siano stati adeguatamente informati dell'esistenza del procedimento penale. -
Il 31 dicembre 2020 i genitori di Giulio Regeni hanno annunciato la sera di Capodanno di aver intenzione di procedere con un esposto-denuncia contro lo Stato italiano per violazione della legge 185/90 che vieta esportazione di armi "verso Paesi responsabili di violazione dei diritti umani accertati dai competenti organi e il governo egiziano è tra questi". Questo è l'ultimo atto deciso dalla famiglia per continuare a tenere alta l'attenzione su un caso che, cinque anni dopo, aspetta ancora giustizia
L’auspicio del Capo dello Stato
"Sono trascorsi cinque anni dal rapimento a Il Cairo di Giulio Regeni, poi torturato e barbaramente ucciso dai suoi spietati aguzzini. Un giovane italiano, impegnato nel completare il percorso di studi, ha visto crudelmente strappati i propri progetti di vita con una tale ferocia da infliggere una ferita assai profonda nell’animo di tutti gli italiani". Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"In questo giorno di memoria - continua Mattarella - desidero anzitutto rinnovare sentimenti di vicinanza e solidarietà ai genitori di Giulio Regeni, che nel dolore più straziante sono stati capaci in questi anni di riversare ogni energia per ottenere la verità, per chiedere che vengano ricostruite le responsabilità e affermare così quel principio di giustizia che costituisce principio fondamentale di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona".
"L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli".
"Ci attendiamo piena e adeguata risposta - continua Mattarella - da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia. In questo doloroso anniversario rinnovo l’auspicio di un impegno comune e convergente per giungere alla verità e assicurare alla giustizia chi si è macchiato di un crimine che ha giustamente sollecitato attenzione e solidarietà da parte dell’Unione Europea. Si tratta di un impegno responsabile, unanimemente atteso dai familiari, dalle istituzioni della Repubblica, dalla intera opinione pubblica europea", conclude il presidente della Repubblica.
Regeni: mamma chiede per Giulio un "carico di fiori gialli"
"25 gennaio 2021... un carico di 'Giallo'". Così la madre di Giulio Regeni, Paola Deffendi, oggi sui suoi profili social, allegando una foto di una carriola, all'interno di un vivaio, caricata con piantine gialle, nel quinto anniversario dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano al Cairo. Il giallo è il colore di Amnesty International e della battaglia che la famiglia Regeni sta portando avanti per chiedere “Verità e giustizia” per la morte di Giulio. In occasione della ricorrenza l'organizzazione "Giulio siamo noi" invita gli utenti social a postare una foto, una immagine o un video, scrivendo su un supporto giallo "una frase che chieda verità e giustizia per Giulio, il richiamo dell'ambasciatore e stop accordi con chi tortura".