Alfie, sentenza tronca le speranze: non arriverà a Roma
Alfie Evans, l'Alta Corte inglese ai genitori: "Inutile trasferirlo"
Alfie Evans non sara' trasferito in Italia, e resta nell'Alder Hey Hospital di Liverpool, dove da dove per piu di un giorno respira senza l'aiuto della ventilazione. Nella serata di oggi e' stato respinto il ricorso di Tom Evans e Kate James, presentato affinche' il bimbo di 23 mesi affetto da una malattia neuro degenerativa e al quale l'Italia ha concesso la cittadinanza venisse preso in cura dall'ospedale Bambin Gesu' di Roma.
All'udienza non era non erano presenti i genitori, che hanno preferito restare in ospedale accanto al figlio. In aula c'era, invece, invece era presente un rappresentante dell'ambasciata italiana a Londra. Ai tre giudici della corte il team legale degli Evans aveva fatto presente che il bimbo ha bisogno di "un intervento immediato" e "non di un miracolo, ma di una cura palliativa". L'avvocato Paul Diamond, che difende gli interessi della coppia, aveva aggiunto che un aereo ambulanza e' pronto, in attesa di portare in Italia il piccolo, "su richiesta del Papa".
Le argomentazioni non hanno convinto i giudici, ed e' toccato a uno di loro, Andrew McFarlane sottolineare, da un lato, la "tenacia" del padre di Alfie e, dall'altro, annunciare la decisione che sembra del tutto cancellare le speranze di un arrivo in Italia del bambino. Alfie, intanto, lotta per restare in vita. Secondo il papa', il bimbo non e' stato sottoposto ad alcun esame ne' alcuna visita nelle ultime 48 ore e i medici semplicemente "lo lasciano morire".
"E' disgustoso come viene trattato: anche un animale sarebbe stato trattato meglio", ha detto Tom Evans, che ha ingaggiato una battaglia legale con i sanitari dell'ospedale pediatrico convinti che per il bimbo non vi sia alcuna speranza. Evans ha confermato che il bimbo al momento viene sostenuto con latte, acqua e ossigeno: "Fa quel che puo'", ha detto, aggiungendo che il bimbo "non soffre ne' ha dolore" e che insieme con la madre deve praticargli la respirazione artificiale, bocca a bocca, per aiutarlo quando le sue labbra diventano viola.