Cronache

Emilia Romagna, alberi da 20 metri nei letti dei fiumi. Bonaccini inchiodato

di Antonio Amorosi

La responsabilità diretta della pubblica amministrazione è lampante, anche dalle foto scattate prima delle piogge. Le immagini parlano da sole

Alluvione Emilia Romagna, responsabilità evidenti

“Occorrono interventi idraulici pazzeschi per mettere in sicurezza l’Emilia Romagna”, ha sentenziato qualche sedicente esperto ancora pochi giorni fa. Questo per rinforzare la tesi ideologica che dice: nessuna responsabilità di Bonaccini e della giunta regionale nell’alluvione del maggio scorso. Qualche settimana prima era colpa del cambiamento climatico. Ora si è aggiustato il tiro. Sarebbe andata così: il cambiamento climatico, con precipitazioni apocalittiche, ha esasperato gli effetti prodottosi su un territorio alluvionale ma amministrato con oculatezza.

Lamone
 

Benissimo, peccato sia tutto falso. Lo dimostra la tanto decantata scienza che l’ha fatta da padrona durante la pandemia e che oggi non viene mai utilizzata (che caso) e le foto di torrenti e fiumi qualche giorno prima l’alluvione.

Abbiamo già spiegato come alcune settimane fa l’Imperial Collage, uno degli istituti più importanti al mondo nel campo delle scienze e dell’ingegneria, si sia chiesto: quanto c’entra il ruolo del cambiamento climatico globale nelle alluvioni di maggio in Emilia Romagna? La risposta è stata: non molto, quasi niente. Questo perché “non si registra alcun aumento rilevabile delle precipitazioni abbondanti”. Per l’Imperial College “negli ultimi decenni, la rapida urbanizzazione e il tessuto urbano sempre più denso hanno limitato lo spazio per il drenaggio dell'acqua e aumentato il rischio di inondazioni, il che ha esacerbato gli impatti delle forti piogge”. E ancora: “I recenti cambiamenti nell'uso del suolo nella regione includono significativi aumenti delle aree edificate, soprattutto a partire dagli anni '60, con l'espansione delle aree urbane sui terreni agricoli.”