Cronache
Ancona, molti dubbi sul rogo al porto. Non si spiegano le tre forti esplosioni

Bruciano materiali di tutti i tipi, l'aria nera ha invaso il centro. Paura per possibili gas killer
Ancona, molti dubbi sul rogo al porto. Non si spiegano le tre forti esplosioni
Il porto di Ancona è ancora avvolto nel fumo. Sono passate più di 24 ore dal terribile rogo e ancora la situazione non è sotto controllo. Parchi e scuole - si legge su Repubblica - restano sbarrati, ripetuto l'invito a chiudere bene le finestre, a uscire solo se indispensabile, a lavare bene la verdura e a non consumare per niente l’insalata a foglia larga. Il direttore dell’Arpa, Giancarlo Marchetti, rassicura: «Continueremo le rilevazioni nell’aria di tutte le sostanze che possono essere bruciate ma fino a ora non è stato riscontrato nulla di tossico». Oltre all’acido cianidrico si cercano tracce eventuali di diossina e metalli. I titolari delle sei aziende in concessione nel gigantesco capannone dell’ex Tubimar, nel cuore del porto, hanno assicurato che non c’erano materiali classificati “pericolosi”.
Mistero sulle tre forti esplosioni avvertite dai cittadini prima del rogo, anche se le autorità tendono a minimizzare l'accaduto. "Ne ho sentite un paio anch’io che abito lontana — dice la sindaca — ma non così forti da preoccuparmi". Forse erano "semplici esplosioni di qualche bombola", o "il fragore del cedimento del tetto", spiegano i vigili del fuoco.