Cronache

Andrea Scanzi ad Affaritaliani.it: "Il vaccino? Ne avevo diritto, ecco perché"

Di Lorenzo Zacchetti

Intervista esclusiva al giornalista più noto (e in questi giorni anche più criticato) d'Italia: "Ho sbagliato nella comunicazione, ma non ho avuto privilegi"

Sei stato duramente attaccato sull'uso della parola “caregiver”: come commenti questa cosa?
Ci sono stati attacchi pretestuosi da parte di chi mi odia a prescindere. È una cosa che fa parte del gioco, anche se mi dispiace per i miei genitori. Chiariamo però una cosa: io non mi sono mai, mai, mai definito “caregiver” e nemmeno ho parlato della casistica sanitaria dei miei genitori per entrare nella lista dei “panchinari”! È stato il mio medico curante, autonomamente, a inserirmi in tale lista, non in quanto caregiver – parola che né io né il mio medico abbiamo mai usato fino al vaccino – bensì in quanto “figlio unico di genitori estremamente vulnerabili”. Questa è la dicitura tecnica e, purtroppo, ci rientro a pieno titolo. Quando ho fatto il post venerdì sera dopo la vaccinazione, non ho nemmeno citato i miei genitori. La cosa è venuta fuori dopo. La mattina di sabato 20, il direttore dell'ASL di Arezzo mi ha chiamato per dirmi che stava montando la polemica ed ha aggiunto: “Lei ha scritto di aver diritto alla vaccinazione in quanto "panchinaro", ed è vero, ma le faccio presente che lei ha anche due genitori con una situazione clinica non propriamente invidiabile”

Cioè, quale?
“Mi dispiace dover mettere in piazza queste cose, ma a questo punto dobbiamo farlo. Mio padre è cardiopatico, ha due infarti, vari stent, il diabete e un glaucoma. Mia madre è malata oncologica. Quando l'ho detto al Direttore dell'ASL, lui ha risposto che io non solo rientravo a pieno titolo nella categoria “figlio unico di genitori estremamente vulnerabili”, ma anche in quella di “caregiver familiare”. In un successivo post ho specificato questa cosa, peraltro comunicatami dall'ASL, e forse si è trattato di un errore comunicativo, ma non di una cosa falsa: è l'indagine interna alla ASL ad avere confermato che, secondo loro, io rientravo non solo nella categoria del figlio unico di genitori estremamente vulnerabili, ma anche (secondo l’ASL) nella macrocategoria del caregiver. Detto questo, è ovvio che non mi sento minimamente un “caregiver familiare”: sono vent';anni che non vivo con i miei genitori, i quali (toccando ferro) nonostante tutto sono autosufficienti. È chiaro se uno mi definisce “caregiver” e poi mi vede il giorno dopo in una clinica detox a 5 stelle pensa che io stia prendendo per il culo il prossimo, ma è stata l'ASL a definirmi in quel modo, anche se non penso di meritarlo. Fare il “caregiver” è una cosa nobile, significa vivere in funzione dell'assistenza di chi ne ha bisogno. Io no: giro l'Italia per il mio lavoro di giornalista e per gli
impegni in teatro, mi sarebbe impossibile. È ovvio che se un giorno i miei genitori dovessero averne bisogno diventerei il loro “caregiver”, ma sono stato vaccinato in quanto “figlio unico di genitori estremamente vulnerabili”, come emerge anche dalle dichiarazioni del mio medico nell'inchiesta dell'ASL

Proprio perché i tuoi genitori sono pazienti fragili, c'è chi ti rimprovera di esserti vaccinato prima di loro. Come rispondi?
Beh, chi dice queste cose non conosce le regole: mio padre ha 69 anni e mia madre 72, non hanno potuto essere vaccinati perché non rientrano negli Over 80. Non solo: proprio perché vulnerabili, non possono fare il vaccino di AstraZeneca e quindi hanno dovuto aspettare l'apertura di una nuova lista online, lunedì 15 marzo, nella quale la Regione Toscana ha inserito anche i pazienti estremamente vulnerabili. Si sono iscritti entrambi al portale e sono stati accettati mercoledì 17, ovvero due giorni prima della mia vaccinazione. Stanno aspettando il vaccino di Moderna e due giorni fa hanno ricevuto il codice per la prenotazione. Purtroppo non sono ancora riusciti a prenotarsi, perché appena sono entrati nel sito, questo è andato subito a puttane. Stanno aspettando...

I giornalisti no, ma in Toscana si è scelto di inserire gli avvocati tra le categorie da vaccinare prioritariamente: anche questo ha fatto molto discutere, ma si tratta comunque di decisioni dell'autorità sanitaria...
E' esattamente così. Ci sono molti aspetti discutibili in questa vicenda, come questa storia degli avvocati che ha fatto ridere tutta Italia. Ma sono tutte decisioni della ASL e se le regole sono queste, talora non proprio condivisibilissime, occorre prenderne atto. E sperare di migliorarle

Invece riguarda te una questione di opportunità: c'è chi ha detto che forse non era il caso di entrare nella lista, in quanto personaggio pubblico. Che ne pensi?
Questa è una critica che accetto. Il sottosegretario alla Salute Sileri, che di queste cose ne capisce più di chi mi sta sparando addosso, ha ribadito più volte come io abbia agito nel giusto e nella più piena legalità. Una posizione condivisa, tra i tanti, anche dal Ministro Speranza e dal Governatore Zaia. Ecco: proprio Zaia, e più ancora Sileri, lo hanno detto chiaramente a “Cartabianca”: “L'unico errore di Scanzi è stato quello di essere Scanzi”. Il fatto che mi sia vaccinato io alimenta il retropensiero che sia stato un privilegio dovuto al fatto di essere famoso, e posso garantirti che se lo avessi fatto mi sputerei in faccia da qui all’eternità. Un'altra critica che accetto è sull'uso della parola “caregiver”, infatti ho poi meglio articolato il pensiero su Facebook, anche se è stata l'ASL a qualificarmi in questo modo alla fine dell’inchiesta interna alla mia vaccinazione. Faccio però presente una cosa, che tra l'altro ha spiegato bene anche il sindaco di Firenze Nardella, che peraltro ho spesso criticato in passato e quindi non aveva motivo alcuno di difendermi. Lo ha fatto, aggiungendo come in quei giorni convulsi in Toscana c'era confusione sul termine “caregiver familiare”, perché se lo si usa per definire chi materialmente presta assistenza è evidente che io non lo sono, ma se i miei genitori dovessero averne bisogno, a chi altro dovrebbero rivolgersi se non a me, che sono il loro unico figlio? Sia come sia, ho senz’altro fatto due o tre errori di comunicazione, ma ho agito nel giusto e nella legalità. In totale buona fede. E questa settimana da serial killer proprio non me la meritavo".