Cronache
Nel nome dell'Unità, dell’Amore, dell'Empatia. Buon 2025 a tutti!
Si riparta dal turismo, dall’Arte, dalla lotta alla criminalità, dai sogni
L’avvento della Tecnologia e dell’Euro segnano un momento di svolta da periodizzare bene nell’Età Contemporanea
Ed eccoci entrati in un nuovo anno, un timido scampolo di millennio che, se da un lato sa di innovazione, dall’altro rimanda ad albori medioevali, simboleggiati, adesso, dell’inizio dell’Età Tecnologica. Ci vedranno probabilmente così, persi a giocherellare su dei telefonini, i posteri…
Ma intanto forza e coraggio, perché c’è una vita individuale e collettiva da portare avanti e da garantire anche alle prossime generazioni.
Si riparta, dunque, dal tentativo necessario di correggere gli errori fatti sia nel 2024 che in questo primo quarto di secolo, iniziato con la speranzosa annessione all’Euro, ma che purtroppo ci ha, in pratica, trovati divisi e incapaci di gestirne gli effetti, impoverendoci tutti. Una moneta che voleva, nelle intenzioni, simboleggiare la forza, l’unità per popoli, però, profondamenti diversi per amarsi realmente: dissimili nella storia, nella lingua (assurdo che, ad oggi, l’idioma ufficiale dell’Europa sia l’inglese – specie considerato che l’Inghilterra abbia deciso di lasciare la “barca che affonda” – ma forse non si può fare diversamente…).
L’avvento dell’Euro ha, tra l’altro, sancito – a parer mio – la fine dell’Età Contemporanea o comunque segna, nella stessa, un cambiamento epocale, di svolta, così come l’oro importato dalle americhe determinò la grande inflazione europea post 1492, decisiva per la nascita di una nuova Europa all’insegna della borghesia a discapito dell’aristocrazia e del clero. Come non considerare, ora, la grande inflazione sopraggiunta con l’Euro in tutta l’area del Vecchio continente? Un ricorso storico, questo, che necessita d’essere approfondito anche in merito alla periodizzazione occidentale.
Ma tornando alle differenze tra i popoli europei, bisogna, per di più, ricordare quanto gli stessi siano diversi nelle tradizioni, così proposte e sedimentate difformemente nei secoli; O nell’Arte, cui barlume di speranza è forse oggi simboleggiato dalla nuova, inaspettata, figura greca di Unus, simbolico “Artista Totale”, nel nome del quale gli artisti maggiori di ogni ramo si stanno ricompattando, dando un segnale d’unione ai popoli del mondo.
Si riparta, pertanto, soprattutto, da quanto di buono questo quarto di secolo ha proposto. Così come si ricominci da un imprescindibile “cessate il fuoco” per tutte le guerre del mondo, che ad oggi sono più di cinquanta. Si dia, poi, priorità alla lotta ad ogni forma di criminalità, iniziando da quella individuale, spesso loscamente celata (abbiamo assistito a killer feroci di donne, e non solo di donne, ma anche a medici e politici senza scrupoli, pronti a trasformarsi in Mostri per l’ignaro prossimo...). Si riprenda da riforme opportune per la politica: in Italia è diventata sinonimo aberrante di potere e corruzione che non restituisce decoro alla nostra storia, fatta di grandi personaggi, filosofi, artisti, giuristi, sportivi e persone che hanno dato addirittura la loro vita per il bene comune. Si riparta dal turismo, poiché l’Italia è un Paese che potrebbe davvero vivere 360 giorni all’anno già con il solo turismo: musei di ogni genere, finanche quelli a cielo aperto fatti di reperti archeologici da valorizzare come l’Area di Villa Adriana a Tivoli o le Grotte di Catullo a Sirmione o l’Area di Segesta a Trapani, la Valle dei templi di Agrigento; così come Pompei, Paestum, Velia, per non dire del Colosseo e dei Fori Imperiali a Roma.
E, ancora, un’offerta turistica che deve ampliarsi attraverso la salvaguardia e la rivalorizzazione di quei piccoli borghi soggetti alla piaga dello spopolamento: luoghi straordinari da riqualificare in tutta la penisola, per la loro genuinità, avamposto di valori al tramonto, o creatività come ad esempio Arcumeggia “Paese degli Affrescatori” a Varese, Sant’Angelo “Paese delle Fiabe” in provincia di Viterbo, o Salento “Paese della Poesia” a Salerno, e tantissimi altri.
Il 2024 è stato un anno intenso – pieno di complesse contraddizioni – che non sempre ci ha trovati preparati per ogni sfida proposta.
Il nuovo anno deve essere necessariamente impostato all’insegna della consapevolezza e della coscienza.
Si riparta, dunque, dai sogni, perché non bisogna mai aver paura dei sogni, ma di chi non vuole farci sognare.