Cronache
Appalti non pagati, pmi a rischio. Anas ad Affari: "Non possiamo intervenire"
Appalti, imprese Sicilia: "Spazio a noi, rischio chiusura per oltre 70 mila imprese e 2 mila licenziamenti". Anas: "Consapevoli ma non possiamo intervenire"
Appalti, imprese Sicilia: "Spazio a noi, rischio chiusura per oltre 70 mila imprese e 2 mila licenziamenti"
“Adottare una procedura straordinaria - simile a quella scelta dal ministero dello Sviluppo economico per la ripresa dei lavori della Siracusa-Gela - e fare subentrare le imprese affidatarie e subaffidatarie nell’esecuzione degli appalti in Sicilia assegnati dall’Anas al general contractor Cmc di Ravenna, finita in concordato, al fine di garantire la prosecuzione dei cantieri e di evitare che opere di collegamento strategiche per lo sviluppo dell’Isola, come la Agrigento-Caltanissetta, la Palermo- Agrigento e la metropolitana di Catania, diventino le ennesime incompiute”. E’ la richiesta ai governi nazionale e regionale e all’Anas del “Comitato delle imprese creditrici del Gruppo Cmc di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia”, costituito presso il notaio Alfredo Grasso di Caltanissetta da oltre 70 fra aziende edili e fornitori specialistici, che vantano crediti per 50 milioni di euro nei confronti del colosso delle costruzioni che non paga fatture da oltre 18 mesi.
Il Comitato ha inoltre dato mandato all’avvocato Patrizia Stallone di Palermo di agire legalmente nei confronti di Anas per il recupero indiretto di tali crediti “in quanto riteniamo l’Anas responsabile di non avere esercitato i dovuti controlli nei riguardi di Cmc, pur avendo piena contezza, attraverso gli strumenti forniti dai numerosi e stringenti protocolli di legalità sottoscritti per l’esecuzione di questi appalti, delle somme erogate a Cmc e delle fatture che questa non pagava ai subappaltatori e fornitori. Era evidente, anche a seguito delle nostre continue segnalazioni, che qualcosa non funzionava, ma Anas non è intervenuta, contribuendo così a provocare il danno nei nostri confronti”.
Il Comitato, che ha sollecitato l’intervento delle nove Prefetture dell’Isola e ha incontrato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, perché “non si possono attendere i tempi lunghi di qualsiasi procedura amministrativa, giudiziale, concorsuale o fallimentare cui potrà andare incontro il general contractor”, denuncia “una gravissima condizione finanziaria che porterà le imprese impegnate con Cmc a chiudere se non riceveranno al più presto le somme dovute, con la conseguente perdita del lavoro per circa 2mila dipendenti. Una crisi industriale due volte superiore a quella dell’ex Fiat di Termini Imerese, che richiede, pertanto, quanto meno pari attenzione e impegno da parte dei ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro, dei Trasporti e dell’Interno, del governo regionale, dei Comuni coinvolti dai cantieri e di tutte le istituzioni, compresa l’Anas, che, in sinergia fra loro, devono trovare una soluzione alle gravi inadempienze contrattuali della Cmc, per la realizzazione di importanti opere funzionali anche agli interessi nazionali e per la tutela delle imprese e dei lavoratori”.
ANAS AD AFFARITALIANI.IT: "CONSAPEVOLI DELLE DIFFICOLTA' DELLE PMI MA NON POSSIAMO INTERVENIRE NEI FLUSSI DI PAGAMENTO"
In merito alla vicenda, Affaritaliani.it ha richiesto un commento all'Anas, che ha dichiarato quanto segue:
"Anas è pienamente consapevole delle difficoltà per le PMI coinvolte nella realizzazione dell’opera e si è prontamente attivata, in più sedi anche istituzionali, nei confronti Contraente Generale sollecitando più volte l’ottemperanza agli obblighi contrattuali per il ripianamento dell'esposizione debitoria nei confronti delle imprese coinvolte nei lavori. Si sottolinea che, in base alla normativa vigente, la stazione appaltante può agire solo nei flussi di pagamento tra Contraente Generale e affidatari di primo livello, cioè coloro che hanno un contratto con il Contraente stesso (Empedocle 2 Scpa e Bolognetta Scpa), mentre è del tutto sottratta a qualsiasi tipo di azione di controllo della stazione appaltante, l’eventuale irregolarità nei rapporti tra gli affidatari di primo livello (ad es. CMC che è il principale) e tutto il resto della filiera dei fornitori. In sostanza se un affidatario di primo livello non paga i fornitori, Anas non può trattenere somme al Contraente Generale né fare interventi sostitutivi".
Cmc: "Creditori non pagati? Abbiamo vincoli legati a concordato"
In riferimento alle dichiarazioni contenute nella nota firmata dal 'Comitato delle imprese creditrici del Gruppo Cmc di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia' - nel quale il Comitato ha denunciato alcune ore fa mancati pagamenti di Cmc Ravenna a 70 imprese siciliane (fornitori e subappaltatori della coop), per un valore di 50 milioni di euro, la stessa Cmc Ravenna in un comunicato 'ritiene doveroso evidenziare che la societa' e' all'interno di una procedura di concordato preventivo con riserva, ai sensi dell'art. 161, sesto comma l.fall., che prevede una gestione straordinaria anche in ordine alla capacita' di espletare il pagamento dei fornitori'. 'I vertici di Cmc Ravenna - aggiunge la nota - incontreranno al Mise i sindacati, l'Anas e la Regione Sicilia, per rappresentare al meglio la situazione societaria attuale e illustrare i prossimi passi della procedura in corso'.