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Cronache
Bagnasco ringrazia il Papa e traccia l'identikit del suo successore

Umiltà, ubbidienza, capacità di ascolto: queste le doti del Vescovo – sia o meno cardinale - che deve presiedere la Conferenza episcopale italiana (Cei). Le ha indicate il cardinale Angelo Bagnasco, tracciando così l’identikit del suo successore alla guida dell’importante organismo. Doti che consentono al candidato-leader di avere un ritorno al mille per cento in termini di sincera stima e reciproca fiducia. Così il – prossimo - presidente dei vescovi può tentare “sintesi limpide e alte”, senza la pretesa di avere un proprio programma. Chi presiede – avverte Bagnasco – non ne ha bisogno. “In spirito di cordiale obbedienza accoglie prontamente le indicazioni del Papa, primate d’Italia”. Forse sono parole di scusa per non aver subito accolto, a suo tempo, l’invito del Papa a nominare il presidente della Cei direttamente, invece di rimetterlo al Papa, “primate d’Italia”, ma di aver ampiamente e animatamente discusso fino all’escamotage della terna. In ogni caso, in procinto di lasciare nell’ultima settimana di maggio, l’ Arcivescovo di Genova.- che Papa Francesco andrà a trovare sotto la Lanterna il 27 maggio - ringrazia il Papa per averlo confermato ancora una volta per questo breve periodo e in un certo qual senso attribuisce a se stesso l’identikit tracciato, ossia la linea alla quale si è attenuto in questi dieci anni alla testa dell’Episcopato italiano - e da poco, (ma fino a quando?) europeo. Presiedere la Conferenza – approfondisce ancora Bagnasco - “è certamente un compito, ma è innanzitutto una grazia. Richiede l’umiltà che non si compiace, ma serve e rende capaci di ascoltare”.

Nella sua prolusione, lunedì 20 nella sede di Villa Carpegna aveva analizzato il clima politico-sociale del momento, condividendo le ansie della gente ma lanciando anche segnali di tregua e di distensione. Davanti a tutto, l’auspicio per l’Europa. “L’Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi più responsabile e meno giudicante. Preghiamo perché il cammino prosegua e si allarghi, ma in primo luogo migliori. A fronte della Brexit e di altri movimenti populisti, noi crediamo che l’Unione sia un percorso necessario per il bene del Continente. un bisogno d’Europa, ma ad una condizione: che l’Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico- cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione”. All’interno ci sono i problemi – dalla crescente povertà e disoccupazione, dell’immigrazione dell’eutanasia, dell’utero in affitto e dei bambini figli di due madri e di due padri. “La prima e assoluta urgenza – ha ammonito - resta il lavoro: il problema taglia la carne viva di persone, la gente urla questa sofferenza insopportabile”.

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