Cronache

Omicidio Yara: dalla tomba spunta una donna che può scagionare Bossetti

La Difesa dell'uomo accusato dell'omicidio della piccola Gambirasio evoca un "fantasma" che potrebbe provare la sua innocenza

Brescia - La Difesa di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la giovane Chiara Gambirasio e sull'orlo dell’ergastolo tenta il tutto per tutto per salvarlo dalla prigione a vita. Gli avvocati difensori del Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporin, chiederanno oggi, 10 luglio 2017, alla Corte d’Assise d’appello di Brescia l’assoluzione per il muratore di Mapello, detenuto dal 16 giugno del 2014. E chiederanno inoltre, con ogni probabilità, una perizia sul Dna rinvenuto sugli abiti di Yara, la "pistola fumante" che ha condannato il presunto omicida. Questo in vista di un elemento finora trascurato dagli inquirenti.

Nell'ultima udienza del processo al muratore, infatti, i legali di quest'ultimo, affidatisi a Peter Gill, faro della genetica forense, hanno evocato un autentico "fantasma", ribadendo la richiesta di riaprire il fascicolo relativo alla morte di Sarbjit Kaur, ventunenne di origine indiana scomparsa un mese dopo Yara. Un caso archiviato come suicidio.

Sarbjit, leggiamo sul Giorno dalla penna di Gabriele Moroni: "si allontana dalla sua abitazione di Martinengo il 24 dicembre del 2010. È un venerdì come il 26 novembre, quando Yara è stata inghiottita dalla notte bergamasca. Lascia la sua auto, una Honda Jazz blu, parcheggiata con le portiere chiuse all’ingresso dell’“Oasi verde”, un grande parco attrezzato che si estende su entrambe le sponde del Serio". Continua Moroni: "Il corpo di Sarbjit viene ritrovato sei giorni dopo, il 30 dicembre, a una ventina di chilometri di distanza, a Cologno, sul greto del Serio. È in posizione prona. Ha una profonda ferita alla testa e due tagli all’altezza dei polsi che secondo i legali di Bossetti sono molto simili a quelli inferti dall’assassino, con crudeltà e precisione chirurgica, alla piccola Gambirasio. Il volto è segnato da una grossa ecchimosi. Una gamba fratturata. Alcune escoriazioni. Gli slip abbassati. I calzoni a un paio di metri dal cadavere. L’autopsia certifica il decesso per annegamento".

l famigliari della giovane indiana deceduta non hanno mai creduto al suicidio ed è stato questo elemento a convincere i legali di Bossetti a tentare quest'ultima carta per salvare il loro assistito. Il processo intanto continua: il prossimo 14 luglio vi saranno le repliche delle parti, mentre il 17 la Corte si ritirerà per una camera di consiglio che si prospetta estremamente lunga. Camera di Consiglio dalla quale la Corte uscirà con la sentenza che annienterà per sempre le speranze del biondo muratore, o con una ordinanza per disporre la perizia e riaprire così il processo.