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Cronache
Bracciante morto a Latina, il sindacato: "Questa è una terra di soprusi"

Bracciante morto a Latina, il sindacato: "Questa è una terra di soprusi"

"Siamo in un territorio in cui noi da tempo denunciamo episodi di sfruttamento e di violenza ma questo orrore ci ha colti impreparati”. Alessandra Valentini è una sindacalista della Flai, il comparto dei lavoratori dell'agroalimentare, della Cgil di Roma e Lazio. Ed è tra le persone che sta seguendo la vicenda di Satnam Singh, il cittadino indiano 31enne morto dopo un incidente sul lavoro in un'azienda agricola a Latina. Singh, ritrovato in fin di vita, con il braccio amputato e le gambe lacerate da un macchinario, era stato abbandonato davanti alla sua abitazione dal datore di lavoro. “Avevamo fino ad oggi registrato casi meno gravi di soprusi, con mancato rispetto dei contratti, condizioni di lavoro disumane, paghe orarie bassissime, condizioni di lavoro disumane, con braccianti che lavorano dodici, tredici ore al giorni per cinque euro l'ora, ma mai avremmo neppure immaginato che potesse accadere una cosa del genere”, aggiunge Valentini.

“Siamo tutti a Latina”, aggiunge, “perché stiamo organizzando lo sciopero di tutto il settore agricolo di domani (sabato 22, ndr) e la manifestazione che si terrà alle 17 in Piazza della Libertà per dare una risposta adeguata a quello che è successo”.

Al di là dell'orrore che la morte di Singh suscita, riesce a dare una spiegazione di quello che è successo?

Questo episodio è frutto della situazione di un territorio in cui l'agricoltura è un settore importante ma al tempo stesso vediamo la presenza di tanti, troppi lavoratori sfruttati e vediamo tante aziende che non pagano secondo contratto

I lavoratori stranieri sono più ricattabili?

Questi lavoratori essendo stranieri sono in una condizione di irregolarità, quindi di maggiore ricattabilità, e questo li porta ad accettare quel poco che gli viene proposto pur di avere l'essenziale per vivere. Spesso hanno anche paura di denunciare il trattamento che ricevono sul posto di lavoro perchè hanno una condizione di doppia fragilità. La nostra azione quotidiana è mirata per prima cosa a farci contattare, per spiegare i loro diritti e aiutarli a rivendicarli perchè da soli è difficile

Questo vale per tutti i lavoratori, a prescindere dalla nazionalità...

Certo. ma se c'è un lavoratore straniero che ha difficoltà con la lingua, ha speso tutti i suoi soldi per venire in Italia e poi si trova trattato in una determinata maniera è chiaro che ha una difficoltà doppia. La situazione è uguale anche in altre zone d'Italia: cambiano i campi ma la situazione è la stessa, magari cambiano le nazionalità dei lavoratori, a Latina la maggior parte sono indiani

Le associazioni datoriali non intervengono perché i propri iscritti rispettino regole e contratti?

Dopo il caso di Singh qualche associazione datoriale ha fatto delle dichiarazioni, noi chiediamo anche da parte loro di promuovere contratti regolari. Lo facciamo quotidianamente

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