Cronache

Calabria, rapporti clan-politica. "Tallini lusingato dal ritorno elettorale"

Rapporti tra clan e politica. 20 arresti a Catanzaro, tra cui il presidente del Consiglio regionale della Calabria

C'e' Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, fra le 20 persone arrestate stamane dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, nell'ambito dell'inchiesta su presunti rapporti fra politici locali e 'ndrangheta. Tallini, esponente di Forza Italia, secondo quanto si apprende, e' agli arresti domiciliari. per concorso esterno in associazione mafuiosa e scambio elettorale.

I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 20 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilita' di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

Il provvedimentoe' scasturito da due attivita' investigative convergenti, sviluppate rispettivamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone, dirette e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Le indagini hanno riguardato l'operativita' della cosca di 'ndrangheta Grande Aracri di Cutro (KR) nell'area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest'ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca. 

"Gli atti di indagini dimostreranno che Domenico Tallini era ben consapevole dì prestare un rilevante contributo all'associazione criminale e che il lusinghiero 'ritorno' elettorale provenutogli dai luoghi di elezione di quella cosca era riconducibile al patrimonio dì inti1nidazìone che la cosca stessa indubbiamente detiene", si legge nell’ordinanza di custodia cautelare notificata al politico. L’ipotesi di reato dei magistrati guidati da Nicola Gratteri è concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso con la cosca Grande Aracri della 'Ndrangheta, gruppo originario di Cutro, provincia di Crotone, ma ramificata in Emilia, Lombardia e Germania.