Cronache
Camorra, facevano sparire i corpi nell'acido. 49 arresti al Parco Verde
Maxi blitz nel Napoletano, la zona era diventata la piazza di droga a cielo aperto più grande d'Europa
Camorra, spaccio di droga al Parco Verde nel Napoletano: maxi blitz e 49 arresti. Coinvolti vicini al clan Sautto-Ciccarelli.
Facevano sparire i corpi degli avversari in una vasca piena d'acido. E per intercettare un capoclan nemico avevano condotto per circa un mese un appostamento con un kalashnikov in una scuola media. Sono solo alcuni dei retroscena emersi dall'inchiesta sulla cosca Sautto-Ciccarelli di Caivano, nel Napoletano. Nella mattinata di oggi, dalle prime luci dell'alba, un maxi blitz è stato condotto dai carabinieri nel comune di Caivano, nella provincia napoletana, e in quelli di Bergamo, Isernia, Imperia, Benevento, Cosenza, Forlì Cesena e Caserta: 49 arresti. A segnare la svolta è stata una microspia piazzata nella loggia di Dario Sautto, il boss che dettava legge nel complesso di edilizia popolare del Parco Verde, noto anche come parco degli orchi, per la morte di due bimbi abusati da adulti. La zona era diventata la piazza di droga a cielo aperto più grande d’Europa, attiva 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Prima della pax mafiosa in nome del florido business di stupefacenti, c’erano state forti tensioni tra i Ciccarelli e i Sautto, fino a rasentare una sanguinosa guerra tra clan. Il pentito Carlo Oliva ha raccontato ai pm di essere rimasto per oltre un mese appostato in una scuola media con un fucile di precisione aspettando che uscisse allo scoperto Antonio Ciccarelli.
Ma la pace era stata trovata e l’accordo prevedeva che uno dei capo piazza, Massimo Gallo, estendesse la sua influenza nel comune di Marcianise. A tendere la trappola a Ciccarelli, con Oliva, c’erano anche elementi mandati dai boss del vicino quartiere di Napoli di Secondigliano, i Leonardi, che in cambio di armi e killer chiedevano ai Sautto di uccidere vertici del gruppo della Vanella Grassi. Lo scorso agosto Gallo è stato arrestato per l’omicidio di un inquilino del parco Verde che si lamentava dei rumori che i pusher facevano tutti i giorni e ogni ora. Gli affiliati al clan prima lanciarono dei messaggi intimidatori, picchiando il genero dell’uomo che si lamentava e dando fuoco alle sue auto, poi pensarono di ucciderlo dando fuoco al suo appartamento, davanti al cui ingresso fu sparsa benzina. Un altro pentito, Gennaro Mai, ha raccontato di aver preparato in prima persona l'acido in una vasca da bagno dove sciogliere il corpo di Mario Russo, che era il nemico di Sautto e non voleva pagare le quote. Ma Russo e il clan trovarono l’accordo e la vita gli fu risparmiata.
Documentato anche il flusso di denaro che, complice l’attività senza sosta delle piazze di spaccio, consentiva enormi guadagni, qualcuno pare superasse guadagni di 130mila euro mensili.