Cronache
Carcere, è il tempo del garantismo bipartisan: tra suicidi ed errori, siamo tutti figli di Tortora e Pannella
La situazione carceraria è strettamente dipendente non solo dallo stato dell’arte del sistema legislativo italiano in sé, quanto pure dal grado di efficienza dell’apparato giudiziario
Dl Carceri, è il tempo del garantismo bipartisan. Suicidi ed errori, siamo tutti figli di Tortora e Pannella
Di fronte ai suicidi di detenuti e in alcuni casi anche di agenti nelle carceri italiane, pochi giorni fa il Senato ha approvato il DL Carceri, passato alla Camera, e che a pena di inefficacia sin dall’inizio deve essere convertito in Legge entro il 2 settembre.
Per il rafforzamento del personale penitenziario nel DL è autorizzata l’assunzione di 1000 agenti nei prossimi due anni con la velocizzazione della loro immissione in servizio. L’intento del governo è anche quello d’iniziare a stabilire legalmente modalità più semplici e certe per ottenere sconti di pena.
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Vi è la possibilità per le persone detenute di effettuare più telefonate ai propri familiari al fine di alleviare il senso di isolamento. Aumenta l’utilizzo delle misure penali di comunità, garantendo l’ingresso in idonee strutture non carcerarie di residenza a minori, persone con disagi psichici o problemi di tossicodipendenza. Si istituirà un albo delle comunità. I problemi applicativi saranno diversi ma devono essere risolti velocemente e con la minore burocrazia possibile, proprio per l’estrema delicatezza della materia penitenziaria, direttamente connessa alla libertà personale nonché alla vita stessa di ogni persona.
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Esponenti di spicco del garantismo del centrodestra come il ministro degli esteri Tajani o come Giulia Bongiorno, presidente della commissione giustizia al Senato, hanno sottolineato che questo DL è soltanto l’inizio di un percorso legislativo sulla popolazione carceraria. Il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, ricordando alle opposizioni ciò che non hanno fatto negli anni in cui erano al governo, ha dichiarato che questo intervento è “il primo di una lunga serie”.
Nel XVIII secolo Voltaire sosteneva che «Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri». Bisogna essere chiari: quella carceraria è una situazione tanto drammatica quanto complessa e variegata, e dipende da una ineliminabile eterogeneità di fatti e vite umane. La situazione carceraria è strettamente dipendente non solo dallo stato dell’arte del sistema legislativo italiano in sé, quanto pure dal grado di efficienza dell’apparato giudiziario.
Questo insieme di complessità sottese alla questione carceraria italiana non deve mai esimere i governi che di volta in volta se ne occupano dal realizzare adeguatamente i princìpi di rieducazione-punizione della pena, con l’inderogabile divieto di trattamenti detentivi inumani o degradanti. Il governo di destra-centro continui a ideare soluzioni e a farsi portatore sano non solo di garantismo giudiziario, bensì anche di garantismo penitenziario. A destra come a sinistra collaborino tutti i rappresentanti della nazione italiana, per i diritti e le garanzie, sentendo ciascuno su di sé il peso della responsabilità politica. Sentendosi tutti, ciascuno con la sfumatura garantista che preferisce, figli di Enzo Tortora e Marco Pannella: in tema di giustizia giusta nello Stato di diritto. Ciascuno come può.
*Specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, giornalista e dottore di ricerca in Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate.