Cronache

Carceri, non ci sono più posti liberi al 41bis. Così i boss la fanno franca

Il caso dell'evasione di Rapuano ha fatto emergere la verità. Alla richiesta di carcere duro per il capoclan pugliese, nessuno ha mai risposto. I numeri

Carceri affollati, i numeri choc del 41bis: 750 posti tutti occupati

Esplode il caso dell'affollamento della carceri, ma non più solo per il regime di detenzione ordinario, ora il problema si è esteso anche al 41 bis. Dell’evasione del boss Marco Raduano, detto Pallone, avvenuta ormai un mese fa dal carcere di massima sicurezza di Nuoro, è trascorso un mese ed è rimasto poco più di quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo: il capomafia foggiano - si legge su Repubblica - attaccato a un lenzuolo che si calava dal muro di cinta per poi fuggire. Si disse: lo prenderanno subito. Ma di Raduano non c’è traccia. C’è chi dice sia in Germania, chi invece sia tornato nella sua Vieste, ma in verità si procede per ipotesi, gli indizi sono pochissimi. Ma perché allora Raduano non è finito sotto il duro regime carcerario? Evidentemente il ministro Nordio ha ritenuto che il capomafia foggiano non fosse più pericoloso di Cospito: mentre non rispondeva alle richieste dei magistrati sul boss, confermava il 41 bis all’anarchico.

E questo - prosegue Repubblica - non è un caso isolato. Sarebbero almeno una dozzina i boss detenuti in lista di attesa per il 41 bis. Sono mafiosi per cui diverse procure hanno proposto di applicare "il regime detentivo più gravoso", per limitare i contatti con l’esterno. Ma non ci sono posti in carcere, perché gli attuali 750 li occupano tutti. Il 41 bis è uno strumento delicato: ideato e attuato per impermeabilizzare i capi della mafia in carcere e rendere impossibile le loro comunicazioni con l’organizzazione, deve essere applicato in maniera umana ma efficace, perché non è una pena suppletiva. Per farlo servono uomini e spazi. "I detenuti che devono stare sotto questo regime non sono i killer feroci ma sono i capi delle organizzazioni, solo che più va avanti l’azione repressiva dello Stato più si catturano i capi, maggiore è l’esigenza di creare posti in cui questi possono stare detenuti senza continuare a comandare", spiega un magistrato antimafia.