Cronache

Consip, dietro il caos intercettazioni la querelle Noe-Arma?

Dietro la presunta falsificazione degli atti del caso Consip potrebbe celarsi la vicenda del Capitano Ultimo

I contorni della vicenda Consip sono ancora molto oscuri. Non è chiaro se davvero le prove sono state alterate, né come ne perché. Ma una cosa pare si possa dire: qualcosa si muove dentro l'Arma dei Carabinieri, quantomeno tra i diversi reparti. 

ROMA E NAPOLI, POSIZIONI DIVERSE SUL NOE

La mossa dei pm di Roma di togliere le indagini al Noe ora appare più chiara alla luce di quanto emerso. Ma la fiducia dei magistrati romani nell'Arma è totale, tanto che le indagini sono state affidate proprio ai carabinieri romani. Il problema starebbe dunque nel Noe, al quale però è stato confermato l'incarico sul filone napoletano dell'inchiesta.

IL CAPITANO SCAFARTO AGNELLO SACRIFICALE?

Giampaolo Scafarto, il capitano del Noe accusato dai pm di Roma di aver falsificato alcune prove nell'inchiesta Consip, viene descritto da alcune fonti come una sorta di "agnello sacrificale". Scafarto è un ufficiale con la carriera in ascesa. Al Noe di Napoli si è occupato e si sta occupando di molte inchieste importanti.

SCAFARTO CRESCIUTO SOTTO L'ALA DEL CAPITANO ULTIMO

Dato da non trascurare, anzi, è che Scafarto è cresciuto sotto l'ala di Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Capitano Ultimo, il carabiniere che catturò Totò Riina nell'ormai lontano 1993. I maligni collegano quanto sta accadendo nel caso Consip alla vicenda di Ultimo. In che modo? Presto detto.  

L'ALLONTANAMENTO DEL CAPITANO ULTIMO

Nell'agosto 2015 infatti Ultimo venne esautorato dal suo ruolo di comandante del Noe di Napoli. Ultimo era considerato un collaboratore fondamentale dalla procura di Napoli e dal procuratore capo Henry John Woodcock che di lui si fidava a occhi chiusi. La sua rimozione non è piaciuta a Napoli, anche perché in quel momento De Caprio si stava occupando di inchieste scottanti su appalti, coop e criminalità organizzata.

LE IINTERCETTAZIONI DI RENZI

Sotto il suo comando il nome di Matteo Renzi era stato sfiorato in alcune indagini. Per esempio era apparsa l'intercettazione nella quale l'ex premier confidava al generale della Guardia di Finanza Mario Adinolfi l'intenzione di far dimettere Enrico Letta.

IL RUOLO DI DEL SETTE

In molti hanno malignato quando De Caprio venne è stato esautorato con il via libera del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. Del Sette che è finito coinvolto nell'inchiesta Consip perché, secondo l'ipotesi di accusa, avrebbe informato alcuni indagati delle intercettazioni in corso da parte dello stesso Noe. Un fatto emerso proprio mentre Del Sette stava aspettando la riconferma al suo ruolo di comandante e che dunque avrebbe potuto danneggiarlo. Ora l'ultimo capitolo. Insomma, la vera domanda è: se davvero Scafarto ha falsificato degli atti lo ha fatto per quale motivo? La querelle tra Noe e Arma c'entra per caso qualcosa?

twitter11@LorenzoLamperti