Cronache
Coronavirus, contagi: si consolida rallentamento. Sileri: picco entro 7 giorni
Servono ancora giorni per la discesa dei contagi, l'incognita è la velocità
Coronavirus, gli esperti: il rallentamento si consolida
Si va consolidando il ritmo con il quale stanno rallentando in Italia i casi positivi al coronavirus SarsCoV2. Si va quindi verso una sorta di "plateau" e la fase di discesa potrebbe iniziare nei prossimi giorni. Lo indicano i fisici che curano la pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi scientifiche', rilevando che "il punto e' la velocita' con cui la curva scendera': questo dipendera' dall'efficacia delle misure di contenimento".
Coronavirus, Sileri: picco in 7 giorni ma fare più tamponi
"In queste ore, in cui viviamo un’altalena di speranza ed estrema lucidità per restare fedeli ai dati epidemiologici sull’andamento della diffusione del Coronavirus la curva dei contagi cresce ma si mostra più lineare, regolare. Questo vuol dire che, con i numeri a disposizione e le elaborazioni di virologi ed epidemiologi, possiamo aspettarci il raggiungimento del picco nel giro di 7-10 giorni e, ragionevolmente, la diminuzione del contagio". Lo scrive il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri sul Blog delle Stelle. "Perché è importante parlare del raggiungimento del picco: perché i dati ci mostrano che i nuovi casi hanno smesso di crescere e i numeri dei positivi che vediamo, comunque elevati, sono da mettere in relazione al maggior numero di test fatti in questi giorni", prosegue.
"L’aumento del numero dei tamponi, per usare una parola che tutti conosciamo e che rimarrà nella nostra memoria, rappresenta la direzione giusta da seguire. Lo ribadisco da diversi giorni e la scelta di incrementare il numero dei test è stata portata a regime: i tamponi, o comunque i test diagnostici, per individuare i positivi, vanno condotti su tutte le persone esposte e/o venute a diretto contatto con una persona colpita dal virus. I nostri sanitari, in primo luogo, vanno sottoposti a tampone perché rappresentano la nostra più importante difesa dal contagio: medici, infermieri, volontari devono essere protetti, anche perché garantiscono il buon funzionamento del sistema sanitario in questo momento e ad essi devono essere rivolti screening anamnestici da altri medici competenti, per verificare e tracciare che all’inizio e alla fine del turno di lavoro, possano essere insorti dei sintomi aspecifici o specifici. Nel caso in cui si individui un positivo tra di loro, devono essere sottoposti a screening sanitario i contatti di questi.
Poi ci sono le altre categorie di lavoratori da sottoporre a test regolari e ciclici: le forze dell’ordine, uomini e donne di cui il nostro Paese ha altrettanto bisogno; così come i farmacisti, gli addetti nei supermarket; i giornalisti, ovvero tutti coloro che hanno un’esposizione al pubblico frequente e regolare sempre sulla guida di un medico competente. I test e la loro applicazione con criterio e con il supporto dell’anamnesi, sono la prima arma che abbiamo per contenere il virus, oltre il distanziamento sociale, perché significa fare contact tracing ed intervenire subito, prima ancora che possa esserci un’app in grado di fornirci dati utili. Concentriamoci su questa azione - conclude Sileri - e vedremo che saremo in grado di fronteggiare molto meglio questa pandemia".
Coronavirus, Brusaferro: contagi in calo, importanti dati Pasqua
Il rallentamento dei contagi in Italia "c'e'. Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti". Lo sostiene in un'intervista a 'Repubblica' Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanita'. Bisogna "arrivare fino a Pasqua, e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere", sottolinea parlando della fine del lockdown. Poi specifica: "Piu' preciso non riesco ad essere perche' su questi temi non e' possibile dare una risposta secca, va vista l'evoluzione dell'epidemia".
Cautela, dunque. Perche' "dobbiamo osservare un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi. Il numero delle nuove infezioni si deve quindi ridurre significativamente. Per ottenere questo trend bisogna rispettare le misure del governo e fare anche molta attenzione all'isolamento dei positivi o dei loro contatti stretti", dice il dirigente sanitario. Si tratta, spiega il presidente dell'Iss, di "capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non ritorni a crescere" e certamente le riaperture avverranno "in modo graduale e dovremo organizzarci per essere capaci di intercettare rapidamente eventuali nuove persone positive".