Cronache

Coronavirus, "Non chiamateci 'eroi'. Non lo siamo, noi siamo infermieri"

LA LETTERA SU AFFARITALIANI.IT

Di Angelo De Angelis

Dopo più di 20 anni di oblio ci voleva l’emergenza corona virus perché ci si rendesse conto di quanto siano preziosi gli infermieri, come del resto anche tutte le altre professioni sanitarie, già oggi ci chiamano eroi, ma noi non lo siamo, o meglio non lo simo oggi più di quanto non lo eravamo anche prima. Difficile svolgere questa bellissima professione in una situazione di cronica e insostenibile emergenza, difficile farlo quando veniamo aggrediti ed offesi in ogni setting di cura non ultimi i pronto soccorso come se poi tutte le inefficienze del sistema salute pubblico fossero una nostra responsabilità, difficile farlo quando tutta la stampa ci addita come criminali e praticamente sempre chi si macchia di certe cose non è infermiere, quando sentiamo conduttori radiofonici che ci sbeffeggiano e ci offendono come accaduto solamente di recente su radio globo, difficile farlo con un contratto che ci mescola in un calderone insieme ad operai, amministrativi, portieri e quant’altro e che nel suo ultimo rinnovo dopo 10 anni di stop ci elargisce una mancetta di 30/40 euro netti, difficile farlo quando oltre a fare gli infermieri siamo costretti dalle aziende, che non hanno nessun riguardo per la nostra professione, a fare altri 100 lavori togliendo ulteriormente tempo di cura ai nostri pazienti difficile farlo in un sistema salute che negli ultimi 20 anni è stato distrutto sistematicamente ed infine difficile farlo quando assistiamo dai 10 ai 20 pazienti ciascuno e dovremmo assisterne massimo 6 come una letteratura scientifica consolidata consiglia per evitare l’aumento degli errori e dei decessi da mancate cure. Ecco questo era il quadro prima di questo virus, un quadro fatto di doppi turni, di riposi saltati e di ferie non godute eppure noi ci siamo e ci siamo sempre stati anche prima del virus e nonostante tutto questo.

Perciò ci sentiamo offesi oggi sentendoci chiamare eroi, perciò ci rende indignati il sentire e vedere che oggi tutti salgono sul carro degli elogi, ma prima che tutto ciò accadesse dove era tutta questa gente che si accorge oggi della questione infermieristica e con essa della questione del nostro sistema salute, perché vede come dice e non da oggi la nostra presidente della FNOPI Barbara Mangiacavalli “senza infermieri non si fa salute”

Ed allora invece delle pacche sulle spalle, invece del come siete bravi, invece di elogi demagogici e farlocchi noi che siamo gente concreta gente che non si risparmia nulla per chi assistiamo preferiremmo che una volta cessata l’emergenza, perché ora sarebbe impossibile farlo, si metta mano finalmente alla questione del nostro SSN e con esso alla questione infermieristica, che governanti ed amministratori diano soddisfazione concreta ai professionisti  ad iniziare da una contrattazione contrattuale separata dal comparto, da stipendi almeno in linea con la media europea, con assunzioni massicce  perché già oggi ci sono migliaia di idonei nelle graduatorie di diverse regioni (solo nel Lazio ce ne sono più di 7000)  ed allora mi chiedo perché richiamare infermieri in pensione o far laureare in fretta e furia gli studenti di infermieristica quando basterebbe assumere rapidamente chi già è vincitore di concorso? Forse dietro queste demagogiche ed estemporanee soluzioni si nasconde un ulteriore enorme fregatura per la nostra professione che prende corpo nella assoluta contrarietà ad assumere per davvero?

 Noi infermieri che sempre e da sempre siamo al fianco dei nostri pazienti e dei cittadini pretendiamo anche che si metta mano al nostro SSN ed ai vari SSR che si inizi a riprogettare e riorganizzare, che si mettano finalmente in pratica i principi ispiratori della 833/78 (riforma sanitaria) e dell’articolo 32 della nostra Costituzione  e non da ultimo il recente patto per la salute che si ricostruisca un sistema salute pubblico, efficiente, efficace e che non lasci solo nessuno.

Credo in conclusione che posso affermare anche a nome di migliaia di colleghi che anche oggi come sempre come me stanno fronteggiando con mezzi ed uomini ridotti da una politica cieca e colpevole all’osso, anzi no abbiamo anche raschiato lo strato superficiale di questi, che i nostri politici, opinionisti ed amministratori vari invece di elogi di facciata vogliano rendersi conto che questa è un occasione unica per affrontare e risolvere il problema del sistema salute pubblico e con esso della questione infermieristica e più in generale delle professioni sanitarie tutte perché sono due temi che camminano paralleli. Insomma cari signori invece di elogi fatti e fatti concreti ad iniziare da assunzioni vere.