Cronache
Coronavirus, rider senza protezioni. La Procura di Milano apre un'inchiesta
Tra i più esposti al rischio ci sono i fattorini in bicicletta, ma nessuno controlla che siano protetti
Coronavirus, rider senza protezioni. La Procura di Milano apre un'inchiesta
L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. Tra le categorie più esposte al contagio in questa fase di restrizioni, ci sono i rider. Chi fa consegne a domicilio è fortemente a rischio contagio, per questo - come riporta il Corriere della Sera - è stata aperta un'inchiesta dalla Procura di Milano per verificare se questi lavoratori vengano dotati o meno delle opportune protezioni. Toccherebbe alle società di delivery assicurare l’igiene e la sicurezza dei rider, anche se non sono loro dipendenti. L'indagine è partita dopo un’ ispezione dei carabinieri nel Nucleo ispettorato del lavoro a quattro piattaforme di trasporto e consegna di cibo. Quando è scoppiata la pandemia, agli accertamenti che erano già in corso sulle condizioni difficili in cui lavorano i rider, i carabinieri guidati dai magistrati del pool che si occupa di sicurezza sul lavoro hanno aggiunto quelli sul rispetto delle norme anticontagio da coronavirus.
Solo Just Eat, annotano i carabinieri, ha esteso il Documento di valutazione dei rischi, previsto dalle norme antinfortunistiche, ai rider ai quali sono stati distribuiti kit di protezione. Altre due, Deliveroo e Foodinho (quest’ultima riferibile a Glovo) hanno dichiarato che sono «collaboratori autonomi e occasionali» i quali, come tali, sono responsabili direttamente del lavoro che fanno e di come lo fanno. Entrambe, comunque, hanno assicurato di essersi preoccupate di far arrivare mascherine e guanti ai propri collaboratori.