Cronache
Coronavirus, Zoli: "Piano segreto?Sapevo tutto. Ma non potevo dirlo a Fontana"
Il membro del Cts e direttore dell'azienda regionale per le emergenze della Lombardia: "Sul dossier del piano segreto avevo firmato un patto di riservatezza"
Coronavirus, Zoli: "Conoscevo la gravità. Ma non potevo dirlo a Fontana"
Il Coronavirus in Italia continua a tenere tutti col fiato sospeso, alla vigilia della riapertura delle scuole i numeri di contagiati e ricoverati in terapia intensiva torna a far paura. Dopo tanti tentennamenti, il governo ha deciso di diffondere il dossier sul "piano segreto", che evidenzia come i rischi per la possibile pandemia fossero già ben noti dal 12 febbraio. Sul banco degli imputati - si legge sul Corriere della Sera - è finito un membro del Cts, che è anche direttore generale dell’Azienda regionale Emergenza Urgenza (Areu) della Lombardia, Alberto Zoli.
"Il mio ruolo all’interno del Comitato tecnico scientifico è di rappresentante di tutte le Regioni — dice ai collaboratori più stretti, gli unici con cui si lascia sfuggire qualcosa —. Mai avrei potuto rivelare alla Lombardia la presenza di un documento su cui mi è stata imposta riservatezza assoluta. Il documento non l’ho mai nominato né consegnato — dice ai suoi —. Ma i presenti alle riunioni lombarde sanno che ho messo il mio sapere a disposizione di tutti. La gravità della situazione e dei numeri non l’ho mai nascosta. Ma siamo stati presi alla sprovvista dai tempi di propagazione dell’epidemia".