Cronache

5 sentenze pilotate al Consiglio di Stato: arrestati 4 ex magistrati. I nomi

Sentenze pilotate e tangenti per 150mila euro in Consiglio di Stato: quattro ex magistrati in manette per corruzione in atti giudiziari

Nuovo scandalo sul Consiglio di Stato: arresti e perquisizioni per corruzione

Dopo i recenti scandali "soldi e diamanti", nuovo caso di sentenze pilotate. Questa volta, in corso di esecuzione su ordine del gip del tribunale di Roma, Daniela Caramico D'Auria, misure cautelari agli arresti domiciliari e perquisizioni per presunte sentenze pilotate. In manette alcuni ex magistrati accusati di corruzione in atti giudiziari commessi al Consiglio di Stato e al Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana.

 

In quattro agli arresti domiciliari: ecco i nomi

Nell'ambito dell'inchiesta sono quattro le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. In particolare, i provvedimenti restrittivi riguardano il giudice del Consiglio di Stato (da tempo sospeso) Nicola Russo, già finito alle cronache per essere stato arrestato con l'imprenditore Stefano Ricucci in relazione a un'altra vicenda, l'ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana Raffaele Maria De Lipsis, l'ex magistrato della Corte dei Conti Luigi Pietro Maria Caruso e il deputato dell'assemblea regionale siciliana Giuseppe Gennuso, per il quale la misura non è stata ancora eseguita perchè attualmente all'estero.

 

Tangenti erogate e sentenze aggiustate: i numeri

Oltre 150mila euro di tangenti erogate, più la promessa di altre utilità, e almeno cinque le sentenze aggiustate tra Consiglio di Stato e Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana. Sono questi alcuni dati che emergono dall'inchiesta della procura di Roma sui provvedimenti della giustizia amministrativa 'pilotati' dietro compensi. A dare una svolta alle indagini, che oggi è culminata con gli arresti di quattro persone (una ancora da eseguire), sono state le dichiarazioni degli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore, che hanno deciso di collaborare con i magistrati romani dopo il loro arresto di un anno fa. Dichiarazioni che sono state riscontrate dalla Guardia di Finanza attraverso una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali, l'analisi dei flussi finanziari e l'acquisizione di materiale documentale.