Cronache
Covid-19, il bancario di Pesaro ad Affari. Dateci linee guida uguali per tutti
Il modello Intesa-Montepaschi fa scuola. I bancari vogliono maggiore prevenzione dal Coronavirus. E uno di loro scrive ad Affari spiegando che...
“Occupatevi dei bancari per favore”, chiede Federico Alessandrini bancario di Ubi Banca Pesaro. Il suo è un grido d’allarme dalla città sotto il fiume Po, se escludiamo Piacenza, più colpita dal contagio Coronavirus. I numeri di Pesaro hanno superato quello delle altre città emiliane e sono molto alti se confrontati a quelli delle città del Sud. Ci aveva contattato giorni fa.
“Ritengo che sia necessario garantire i servizi essenziali ma è anche doveroso garantire e salvaguardare la salute di tutti quanti, clientela e bancari, perché si deve sempre guardare e parlare di tutela collettiva. Fino a qualche ora fa per noi neanche se ne parlava”.
L’erogazione e lo svolgimento dei cosiddetti servizi essenziali sono stati regolamentati...
“Si, in maniera uniforme dapprima a livello statale e successivamente in maniera più capillare a livello di amministrazione locale. Ma per noi bancari e per le Banche c’è un po' di confusione. Le modalità lavorative di tutti gli Istituti di Credito, non sono uniformi né a livello cittadino né tra città e città. Ne ho parlato con diversi colleghi”.
Cioè?
“Ognuna al proprio interno si sta ‘organizzando’ nel miglior modo possibile, ma attualmente nella stessa città ci ritroviamo con alcuni Istituti che hanno sportelli aperti tutti i giorni, oppure altri solo al mattino, alcuni solo a giorni alterni, altri solo su appuntamento. In questo modo si rischia che molti clienti si spostino continuamente fra diversi Istituti in base a ciò che gli è consentito fare e o cercare di farsi aprire, con i rischi che sappiamo”.
Ci vorrebbe un’uniformità di comportamento anche per evitare la possibilità contagio.
“Sarebbe importantissimo, in un momento così delicato. Ci vorrebbero delle linee guida capace di regolamentare ma soprattutto uniformare a livello nazionale, regionale e provinciale le modalità lavorative di tutti gli Istituti di Credito!”.
E cosa dovrebbero dire queste linee guida?
“Dovrebbero informare il cliente che nessuna banca è chiusa, ma che deve essere preventivamente contattata telefonicamente. Bisogna indurlo ad utilizzare i canali telematici, regolamentando e riducendo, il più possibile, gli orari di apertura al pubblico, specificando in maniera precisa quali sono le operazioni per le quali è consentito recarsi in banca e quali sono invece quelle non urgenti e, in quanto tali, differibili”.
Evitiamo di correre un inutile rischio contagio, sta dicendo...
“Certo. È nell’interesse di tutti. Noi tutti rispettiamo le disposizioni che ci vengono quotidianamente impartite dal governo, noi tutti osserviamo le restrizioni cui siamo sottoposti, ma proprio per questo è necessario uniformare le modalità di svolgimento del lavoro che siamo chiamati a portare avanti in questo momento così difficile, in modo da assicurare quella sicurezza in più di cui tutti abbiamo bisogno. E poi mi lasci dire una cosa”.
Dica.
“Il virus non colpisce solo a certi orari o solo particolari conti correnti, ma tutti indistintamente. Parenti, colleghi o clienti, in qualsiasi luogo, devono essere coscienti di questo pericolo, devono tutelarsi ed essere tutelati 24 ore al giorno e non ‘a tempo’! Siamo tutti nella stessa barca, colleghi, parenti e clienti. Non credo sia ‘chiedere la luna’ né una forma di polemica, ma semplicemente buon senso per una richiesta di collaborazione che persegue l’interesse di tutti”.