Cronache
Scarcerato Cuffaro: "E' bella la libertà"
L’ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, è uscito dal carcere di Rebibbia di Roma dopo 1789 giorni di reclusione, grazie all’indulto di un anno per reati “non ostativi” e lo sconto di un mese e mezzo ogni sei per buona condotta. "E' bello respirare la libertà. Oggi posso dire di aver superato il carcere", queste le sue prime parole.
L’ex presidente della Regione era stato condannato per favoreggiamento alla mafia ed è ad oggi il politico italiano che ha scontato la pena più lunga. Resta incerto il suo futuro, dato che non può più assumere incarichi pubblici, avendo ricevuto un’interdizione perpetua. "La politica attiva, elettorale e dei partiti è un ricordo bellissimo che non farà parte della mia nuova vita. Ora ho altre priorità - commenta il governatore a riguardo - Ho amato la politica e non rinnego nulla di ciò che ho fatto, non mi sento tradito". Ma aggiunge: "Nella mia coscienza sono innocente. Sono andato a sbattere contro la mafia. Tornassi indietro metterei un airbag. Ho fatto degli errori, non mi voglio nascondere, io li ho pagati, altri no. Ora credo di avere il diritto di ricominciare".
Poi una riflessione sulla lotta alla mafia: “Per fare una vera lotta alla mafia credo sia necessario l'impegno delle forze di polizia, dei magistrati. Ma se lasciassimo la lotta solo a loro credo che purtroppo non riusciremmo a raggiungere l'obiettivo finale. È necessario ci sia una grande educazione. E questo è il grande errore della politica. Fin quando non sarà data alle persone la possibilità di scegliere di stare nella legalità sarà difficile vincere la mafia". "Non credo la Sicilia sia cambiata in meglio. Io credo che Vecchioni abbia detto una cosa con amore. Forse non lo sa Crocetta ma pure questo è amore. La Sicilia, la nostra terra, è straordinaria, bellissima e merita di essere servita - aggiunge - Quello che vedo nella politica di oggi in Sicilia è poco amore per le cose che si fanno. Quando non ci sono ideali la politica rischia di essere sterile e inumana. È diventata cattiva la politica di ora". Ma: "Io non partecipo alla disfida di Barletta che c'è contro Crocetta. Per due motivi: primo perché Crocetta non è Ettore Fieramosca, secondo perché io non mi schiererei mai dalla parte dei francesi".
Sul suo futuro invece afferma: “Credo che io abbia il dovere di continuare a occuparmi dei detenuti e di seguire le vicende delle carceri perché possano diventare più umane e vivibili. Vivendo in questi anni dentro una cella insieme ad altri ho capito quanto è importante non sentirsi abbandonati e dimenticati. Andrò in Africa nell'ospedale che ho fatto costruire quando ero presidente della Regione. La società Motherworld Foundation che lo ha in gestione mi ha contattato in questi ultimi mesi e abbiamo organizzato la mia esperienza di medico volontario in Africa che farò non appena avrò sistemato alcune vicende della mia famiglia".
In cella Cuffaro ha studiato per conseguire la seconda laurea in Giurisprudenza e ha scritto due libri. Sembra proprio l’inizio di una nuova vita per l’ex presidente della Regione, incoraggiato anche dai suoi ex svversari politici e dal presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani che twitta: "Bentornato Toto'. Ora hai il diritto di riprenderti la tua vita”.