Decreto Genova, rabbia degli sfollati: "Pronti a protesta sotto casa Grillo"
"Non so cosa faremo, ma se non esce qualcosa adesso sicuramente andremo sotto qualche palazzo. Non escluderei di fare anche una manifestazione sotto casa di Beppe Grillo". Franco Ravera, presidente del comitato degli sfollati di via Porro, tuona ai microfoni di Mediaset, dopo l'allungamento dei tempi del decreto per Genova. "Il mondo del lavoro, delle professioni, del commercio, dei singoli cittadini, il mondo degli sfollati è ferocemente arrabbiato", ha sottolineato.
La polemica arriva dopo lo slittamento del Dl Genova ma anche dopo l’allungamento dei tempi per il dissequestro dei monconi del ponte Morandi. La rabbia degli sfollati è accresciuta da una serie di avvenimenti, l’ultimo dei quali è l’ennesimo stop ricevuto dal decreto sulla ricostruzione, approdato al Mef senza le cifre relative ai costi ma - incredibilmente - solo con degli spazi bianchi. Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ieri non ha aggiunto molta chiarezza, dichiarando che il decreto approderà al Quirinale per la firma "forse oggi o al più tardi venerdì".
Ma non solo gli abitanti della val Polcevera a manifestare preoccupazione sui ritardi che si stanno accumulando e sul susseguirsi degli annunci . Oggi il governatore della Liguria Giovani Toti ha fatto nuovamente sentire la sua voce: "Stupisce e preoccupa il susseguirsi di voci che modificherebbero sostanzialmente l’impronta e i contenuti" del Dl Genova, "così come concordato nella riunione di martedì scorso a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Conte e i suoi collaboratori", ha spiegato Toti in una nota.
Il governatore ligure, che è anche commissario straordinario all’emergenza del Ponte Morandi, si è detto preoccupato per "la cancellazione dei fondi relativi al Terzo Valico, uniti al blocco del MIT dei fondi già stanzianti, i finanziamenti per il porto e quelli a sostegno delle imprese". "Tutti punti - ha osservato - che risultano via via modificati e mai positivamente per la città e la Regione. Resta evidente, e non solo per le istituzioni locali, interamente aperto il nodo della ricostruzione sia per quanto riguarda le sue modalità sia per le coperture previste e, soprattutto per i tempi".
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