Cronache
Bonus 600 euro: "Digito il pin, nomi sconosciuti", caos Inps. Testimonianza
Bonus 600 euro, il sito Inps ancora non funziona: la testimonianza dell'odissea per effettuare la richiesta per l'indennità
Questa mattina come migliaia di altri autonomi in tutta Italia, ci siamo messi di buona lena davanti al pc pronti a sbrigare le “veloci” pratiche online per fare domanda per ottenere l’aiuto dei 600 euro previsto dal decreto “Cura Italia”. Che la cosa sarebbe stata un pochino rallentata era eventualità che avevamo sicuramente messo in conto, visto la miriade di richieste in arrivo, ma dover assistere, dopo aver digitato il pin personale, alla comparsa di nominativi a noi del tutto sconosciuti è stato un vero e proprio shock da far pure sorridere, se non fosse che si trattava di dati sensibili mostrati a chissà quante altre persone. Dopo la prima iniziale sorpresa, convinti che qualche strano virus avesse infettato il Pc, abbiamo resettato tutto e cambiato computer. Il risultato è stato che per ben tre ore consecutive non siamo più riusciti più a connetterci al sito. Ogni possibile tentativo di arrivare almeno al fantomatico modulo da compilare è stato vano, fino alla comunicazione ufficiale che il servizio era sospeso definitivamente.
Una vera odissea, come confermato dalle centinaia di commenti sui social di persone letteralmente infuriate. Come era facilmente prevedibile nel primo giorno utile per presentare domande sul sito dell’Inps quindi è stato il caos. Il sito della previdenza sociale è andato in crash in pochi minuti, con gravi episodi, come detto, di violazione della privacy. Non capiamo francamente come il presidente dell’Inps abbia potuto commentare questa mattina, in piena baraonda, che il sito soddisfaceva 100 domande secondo ( a meno che non si riferisse forse al probabile unico secondo, in cui il sito ha realmente funzionato), portando la parossistica situazione al limite del ridicolo. Questo è l’ennesimo segnale che la burocrazia nel nostro paese, in una fase di trionfo del digitale e dei servizi on line, ancora una volta ha mostrato tutti i suoi enormi limiti. Su tutto ciò ha sicuramente pesato anche la fallimentare comunicazione del governo di questi giorni di crisi. Notizie fatte trapelare, mezze verità, fake news, tutto ha contribuito a creare una situazione che dire confusionaria è usare un eufemismo.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, il sistema escogitato per far avere a milioni di cittadini un po' di ossigeno per far fronte alla difficilissima situazione in cui versano, è miseramente crollato ed ha mostrato tutte le sue enormi debolezze. Se queste sono le premesse come pensare che il nostro paese possa essere considerato pronto alle nuova rivoluzione digitale già in atto da anni. Le lacune e le inefficienze sono state cosi grossolane ed evidenti che non lasciano spazio a nessuna recriminazione o scusa. La caporetto è stata completa. Il sito dell’inps, il portale che dovrebbe farsi carico delle gran parte degli aiuti per poter far fronte a questa durissima emergenza, alla vera prima del fuoco ha miseramente fallito. Come non dare ragione allora a Giorgia Meloni, quando nei giorni scorsi chiedeva un altra forma di aiuto, più diretta e senza troppi pastoie e trafile burocratiche per ottenere gli aiuti? Con la mole di dati oggi in possesso da parte dello Stato sui nostri conti correnti e sulle nostre abitudini e identità, era proprio necessario passare per una richiesta in massa su un portale, che già in passato aveva mostrato, come quasi tutti quelli della pubblica amministrazione, gradi carenze? Come si può chiedere ai cittadini responsabilità quando proprio dallo Stato questa latita.
Proprio il presidente dei senatori di Fratelli di Italia, Luca Ciriani, ha fatto sapere che presenterà una interrogazione urgente per chiarire responsabilità di questo grave disservizio. Difficile che però qualcuno nel governo ammetta le proprie responsabilità, adducendo che tutti gli sforzi possibili sono stati compiuti in una situazione cosi complicata, nel solito burocratese, giusto per rimanere in argomento. “Nessuno sarà lasciato solo” questo è stato il mantra con cui Conte e il ministro dell’economia avevano presentato il decreto “Cura Italia”. Lo vadano a dire a tutti quei milioni di italiani che oggi hanno pazientemente atteso per ore che il sito accettasse la loro legittima domanda, come si sono sentiti, più che soli direi abbandonati al loro triste destino. Questo ennesimo e drammatico episodio dimostra ancora una volta come il problema delle eccessiva e farraginosa burocrazia nel nostro paese sia il problema dei problemi. In un momento in cui la situazione è drammatica e che occorre il massimo sforzo per non perdere tempo ed essere rapidi e veloci nell’espletare tutte le contromisure necessarie per arginare il disagio e le difficoltà che imprese e lavoratori stanno pagando a causa dell’epidemia, lo Stato ancora una volta tradisce i suoi cittadini. Poi non ci può lamentare se la gente perde fiducia nelle istituzioni, se ogni volta che ha bisogno di queste, si trova a sbattere contro il muro di gomma della burocrazia inefficace, lenta e largamente oppressiva.
Gli effetti devastanti di questo corto circuito fra cittadini e Stato da tempo sta lacerando il tessuto produttivo del paese da anni. La burocrazia è da tempo uno dei mali congeniti alla carente crescita economica del paese. La situazione drammatica che il virus sta lasciando dietro di sé, non ha fatto altro che evidenziare ancora di più come ciò stia disgregando letteralmente questo paese fino alle sue fondamenta. Da tempo si auspica un alleggerimento della macchina statale proprio a favore di una maggiore digitalizzazione della stessa. Ma evidentemente come dimostrato da quello accaduto oggi la strada da fare è ancora lunga ed irta di ostacoli. La battaglia contro il virus che stiamo combattendo, una volta vinta cambierà comunque molte cose nella vita di tutti noi, la speranza, ultima a morire, è che contribuisca anche finalmente ad alleggerire la soffocante e nociva burocrazia del nostro paese.
@vinciketchup