Cronache

Scatta il processino: la multa all’alluvionato potrebbe diventare di 675 euro

di Antonio Amorosi

Il caso aperto da Affari: alluvionato multato in Emilia Romagna per non aver raccolto le macerie

E intanto Ravenna ha il record del cemento sul territorio. Solo Roma la batte. Se il Pd continua così neanche l’armocromista della Schlein gli sbianca la figura di m…. che sta facendo! Sembra di essere ne "Il marchese del Grillo": "Udite, udite..."

 

Alla storia dell’alluvionato romagnolo multato, con 600 euro, perché ritenuto responsabile dell’abbandono di macerie, dopo l’alluvione in strada, si aggiunge un nuovo capitolo.

Andrea M. (come abbiamo chiamato il malcapitato), si è visto arrivare una notifica dal corpo di polizia provinciale di Ravenna che comunica di aver momentaneamente “sospeso” la sanzione per farla valutare alla Commissione competente, nella prima seduta utile. Ma “informa il contravvenuto che, ai sensi della D.G.P. 156 del 09/07/2014 nell’eventualità in cui l’opposizione sia respinta, saranno applicate a Suo carico le spese di procedimento pari ad € 41,00 nonché le spese di notifica pari ad € 17,00”. Quindi i 617 euro di multa iniziale lievitano ulteriormente, in caso di sconfitta, diventando 675 euro! "...l'apposita Commisione costituita per l'assistenza al Dirigente Incaricato della provincia di Ravenna nell'applicazione delle sanzioni amministrative, alla prima seduta utile". 

La Commissione? L'italietta di questa storia sembra tanto una di quelle scene da film di Monicelli tipo "Il marchese del Grillo" con il menetrello che declama in piazza la pergamena: "Udite, udite, alla prima luna piena si riunirà cotesta Commissione a lu supporto de lu signore mio illustrissimo per decidere se la monnezza che puzza era di cotesto suddito alluvionato e che perse tutti li suoi averi...".

Ma visto che siamo nel XXI secolo uno che si prenda la responsabilità di risolvere la figuraccia, senza ulteriori perdite di tempo non c'è!? No? O avete ancora il dubbio che la multa bisogna fargliela pagare?

La provincia di Ravenna, guidata dal Pd, dopo aver dimostrato tanta efficacia nella gestione del territorio, visti i risultati del cataclisma di maggio, ora farà ad Andrea M. un sorta di “processino” kafkiano. Il tutto per capire se l’aver trovato per strada una lettera a lui intestata in una catasta di rifiuti, dopo che in migliaia spalavano fango e appoggiavano ogni genere di resti ai bordi delle strade, sia perseguibile o meno dal punto di vista amministrativo. 

Ma invece di fare i processi a chi è stato distrutto dall’alluvione perché come Comune di Ravenna evitate di cementificare il territorio? Le betoniere dell’Emilia Romagna sono le principali responsabili del disastro alluvionale di maggio, come spiega anche l’Imperial College di Londra. E Ravenna in primis ha dimostrato di amare tanto il cemento. Con 68 ettari di consumo di suolo in più rispetto al 2020, è il Comune italiano dove si è costruito di più, preceduti solo da Roma (vedi al tabella ISPRA alla fine). 

Perché processi del genere non li avete fatti in piazza nei giorni della tragedia, quando la gente spalava il fango per strada? Ah ho scusate, quelli erano i giorni delle sfilate delle istituzioni!

Se il Pd continua così neanche l’armocromista della Schlein gli sbianca la figura di m…. che sta facendo!

Intanto la Regione Emilia Romagna, sempre a guida Pd, viene chiamata in causa. L’avvocato Marta Evangelisti, capogruppo di FdI in Regione, chiede al presidente Stefano Bonaccini e all’Assemblea legislativa di annullare la sanzione. “Tali rifiuti”, scrive l’avvocato, “se così possono essere definiti, sono in realtà per lo più mobili ormai inutilizzabili, danneggiati dall’alluvione… la situazione apparirebbe davvero surreale: non è infatti in alcun modo ammissibile che a persone che hanno perso tutto, e che hanno rischiato la loro stessa vita a causa degli eventi alluvionali, venga comminata una sanzione che può aggirarsi anche intorno ai 600 euro”.

E dettaglia: “Stante le segnalazioni arrivate all’interrogante dai territori della provincia di Ravenna, i cittadini avrebbero più volte allertato Hera per il ritiro degli ingombranti ma sarebbero numerosi i ritardi nell’erogazione del servizio stesso”. Così chiede: “Se intenda (la Giunta, ndr) intervenire, con strumenti normativi di competenza, affinché tali episodi non debbano ripetersi e per far sì che i cittadini danneggiati dall’alluvione non debbano vivere anche nell’angoscia di vedersi recapitare una salata multa”.

Andrea M. racconta ancora una volta ad Affaritaliani che non ha alcuna intenzione di piegarsi all’ingiustizia patita dopo il dramma di avere perso tutto, la casa e i suoi averi: “Non mi piego a una roba del genere!”. E la notizia positiva è che dopo il nostro articolo un legale si è proposto di assisterlo gratuitamente. La storia non finisce.

Ravenna consumo suolo