Cronache

Milano, torna East Market. Il mercatino vintage postCovid? Parla la fondatrice

di Elisa Scrofani

"Vintage, ma anche riciclo, al centro dell’evento da sempre. Post covid anche una dimensione digitale". I segreti svelati da Linda Ovadia

East Market sta per tornare. L’attesa data del 20 giugno è sempre più vicina per il mercatino domenicale che raduna da anni migliaia di persone del capoluogo meneghino e non solo (appassionati, professionisti, curiosi), frutto di un’esperienza pluriennale. Capi, accessori, oggettistica, vinili, sono i tesori di ogni appuntamento, per un range di mode e stili che retrocede ai roaring twenties. La parola d’ordine è vintage. E assieme riciclo. East Market riserva da sempre un’attenzione particolare anche all’aspetto ecologico, sensibilizzando con il second hand alla tematica ambientale il proprio pubblico. L’ispirazione è arrivata dalle atmosfere dei mercati londinesi di East London. In vista del “welcome back”, tra una settimana, affaritaliani.it ha intervistato Linda Ovadia, fondatrice e organizzatrice insieme a Gianluca Iovine.

East Market nasce…

Nel 2014 a Lambrate, nello spazio di Lambretto Studios, poi si è evoluto in via Ventura, che è stata la nostra sede per anni. In via Mecenate 88/A ci siamo da settembre 2018

Domenica 20 tornerete dopo una lunga pausa.

Quello del 20 giugno tragicamente sarà il primo appuntamento del 2021, anziché a gennaio a giugno, alla chiusura della stagione praticamente, anche se in realtà la stagione non c’è proprio stata. E’ da ottobre scorso che siamo chiusi come evento. Questa data è il Welcome back, così l’abbiamo chiamata. Il ritorno dopo la chiusura dovuta al covid, sperando di dare continuità al progetto com’è stato in questi anni, con una data al mese (spesso anche di più), edizioni speciali, ecc

Le vostre attività.

Abbiamo il nostro negozio fisso, l’East Market Shop, in via Ramazzini 6 (Porta Venezia), aperto 3 anni fa, per dare un riferimento fisso agli amanti del vintage. Il mercatino, essendo a cadenza mensile, significa spesso un limite per i turisti che arrivano in città in un altro momento. Nella sede proponiamo una selezione limitata di articoli, dall’abbigliamento all’oggettistica e all’home decor, ma che sono frutto anche di nostre ricerche che esulano dall’evento del mercatino, quindi un’offerta vintage a 360 gradi. E poi c’è Retrograde, (Corso di Porta Ticinese, 105) che durerà un mese. Un format specifico pensato per un pubblico più giovane

La pandemia anche nel vostro caso ha fatto emergere delle debolezze, per così dire strutturali?

No, nessuna debolezza. Anzi in realtà ha fatto emergere dei punti di forza nuovi. Durante il periodo di pandemia non potendo fare eventi e avendo il negozio chiuso e aperto a seconda dei colori delle zone, ci siamo dedicati al nostro progetto online, eastmarketplace.com, che abbiamo inaugurato a dicembre 2020. E’ una piattaforma che vuole essere un East Market aperto 24 ore al giorno in tutto il mondo contemporaneamente. Racchiude una parte di nostri espositori storici, che frequentano da sempre il mercato fisico, avendo però l’espansione di una piattaforma online, e quindi ospitando appassionati da ogni dove senza limiti di tempo o geografici

Un altro esempio, il vostro, di digitalizzazione post covid.

Assolutamente sì. Poi è chiaro rimangono due progetti diversi. Entrambi parlano di vintage, e anche sul sito si trovano collezionismo, modernariato, usato, design e artigianato, proprio perché abbiamo cercato di riproporre l’offerta dell’evento. Però il mercato fisico è anche un’esperienza vera e propria. Questo fa sì che sia divertente venirci anche solo per farsi un giro, incontrare persone, passare una domenica

Quando si parla di mercatini si pone la questione della regolamentazione.

Il nostro è un evento enorme. 300 espositori a data, in periodo pre-covid accoglieva dalle 20.000 alle 22.000 persone in una giornata. In quello che facciamo siamo dei professionisti. Il nostro è un mercatino, se si intende come ricerca di vintage, però è a tutti gli effetti un evento con un’organizzazione gigantesca, dalla sicurezza ai professionisti che ne garantiscono la regolarità sotto tutti i punti di vista. Col Comune di Milano siamo riusciti a ottenere un permesso speciale proprio per l’East Market, diverso da tutto quello che esisteva già nei protocolli comunali e regionali. Non è un mercatino su suolo pubblico, non è una fiera, è un modello che prima non esisteva e che poi tutti hanno cercato di imitare. Su questo siamo stati dei precursori. Abbiamo anche sdoganato l’idea di vintage. Prima di noi gli eventi con questo tema erano per una nicchia di persone. Se andavi e non avevi i capelli da pin-up ti sentivi strana. Abbiamo cercato di rendere il vintage contemporaneo

Per East Market da sempre “vintage” vuol dire anche “riciclo”. Non solo valore estetico e funzionale agli oggetti ma anche di sensibilizzazione sull’ecologico. Tema oggi centrale nel dibattito ambientale, ma anche di impatto politico e socioculturale.

Sì, c’è un impegno dal punto di vista del riciclo e della sostenibilità. Con il second hand i prezzi sono più contenuti, e si dà a un capo la possibilità di vivere più vite. Anche la nostra sezione di Food market, in cui proponiamo una scelta di cibo internazionale, è plastic free già da due anni. Il nostro invito ai teenager è a non comprare vintage, e usato, solo per una questione di moda ma con la consapevolezza di star facendo anche qualcosa per l’ambiente