Ebola, di nuovo allarme in Africa. Torna la paura dell'epidemia - Affaritaliani.it

Cronache

Ebola, di nuovo allarme in Africa. Torna la paura dell'epidemia

Ebola, a distanza di cinque anni dall’epidemia che costò la vita a più di 11 mila persone, infatti, la malattia si è ripresentata con violenza

Il virus entra in Uganda. Pochi giorni fa è stata confermata la malattia di un bambino di 5 anni a causa dell’Ebola nella città di Kasese, in Uganda. Insieme ai parenti, anche loro messi subito in isolamento, era arrivato dalla Repubblica democratica del Congo.

Lotta contro il tempo. Come scrive Redattore Sociale, il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tarik Jašarević, ha fatto sapere che ci sono più di 3.500 vaccini in arrivo in Uganda, dove sono stati sospesi anche i mercati per ridurre le possibilità di contagio. Nel frattempo sono stati stretti anche i controlli sanitari al confine Uganda-Congo, ma questo crea nuove preoccupazioni: si tema che la popolazione cerchi di utilizzare confini clandestini per evitare troppi controlli, rendendo così vane le misure prese. In passato l’Uganda ha già dovuto affrontare cinque crisi di Ebola, tra cui una, 9 anni fa, in cui morirono più di 200 persone.

La seconda peggiore epidemia. Il contagio in corso è secondo solo a quella del 2014, che colpì pesantemente Liberia e Sierra Leone. E si tratta della prima volta di un contagio del genere in un’area di conflitto (in Nord Kivu e Ituri si combatte da tempo per i giacimenti congolesi). Secondo gli ultimi dati, da agosto, nel solo Congo, sono già morte ufficialmente di Ebola almeno 1.411 persone.

Il vaccino. Sempre come scrive Redattore Sociale, esiste un vaccino in grado di contrastare il virus (funziona nel 97% dei casi), ma la battaglia è tutt’altro che vinta. Prima di tutto, infatti, le scorte sono poche. Oltre a questo, va mantenuto a temperature basse, cosa piuttosto complicata in questa zona tropicale, dove trovare un frigorifero può essere spesso complicato. E a questo si devono aggiungere i fattori culturali. A partire dalla convinzione diffusa che l’Ebola non esiste, ma è tutta una montatura internazionale ai danni del Congo. Per arrivare alle tradizioni locali, che spingono affinché i malati restino in casa, abitudine che favorisce il contagio.

Da Redattore Sociale