Cronache

Giulia Tramontano, Bruzzone: "Ecco come smascherare il narcisista maligno"

di Eleonora Perego

La criminologa e psicologa forense dialoga con Affaritaliani.it sull'omicidio di Senago, e rilancia la proposta del direttore Perrino

Quindi il campanello d’allarme può suonare ben presto, dalle prime fasi della relazione …

Sì, anche se non è facile riuscire a riconoscere subito il predatore. Questo accade perché il carnefice, per poter ‘assoggettare’ ha bisogno prima di conquistare. E questo tipo di soggetto riesce ad instaurare un rapporto perché si pone in maniera perfetta nella fase iniziale della relazione. Si parla, infatti, di “love bombing”, di bombardamento di stimoli favorevoli anche oltre ogni immaginazione. Questo, già di per sé, dovrebbe creare qualche sospetto: quando qualcosa è troppo bello per essere vero, infatti, la fregatura è dietro l’angolo.

Il manipolatore affettivo, all’inizio si presenta come il partner, l’amico, il collega perfetto: è pieno di attenzioni, ascolta, non è mai in disaccordo con la preda. Tutto ciò al solo scopo di far nascere nella vittima un senso di fiducia e protezione che la renderà dipendente e vulnerabile, e che la porterà ad allontanarsi completamente dal proprio contesto affettivo, sociale e familiare.
Si parla di soggetti che intorno a loro creano un vuoto emotivo. La vittima avrà la sensazione che per quanto si attivi, si impegni ad assecondare le richieste di questo soggetto non sarà mai nulla abbastanza.

E dopo?

Poi cominciano offese, insulti, l’esagerazione di circostanze volte a far sentire in colpa la vittima. A quel punto questa, completamente assuefatta al narcisista maligno, annienterà se stessa assecondando ogni sua richiesta e credendo fermamente a tutto ciò che il carnefice dice per timore di deluderlo e allontanarlo, per evitare di perdere la sua approvazione, per scongiurare le rappresaglie nei suoi confronti.

Il narcisista maligno, il manipolatore affettivo, può diventare pericoloso quindi …

Assolutamente sì, anzi ho potuto constatare che la maggior parte dei soggetti che avevano commesso atti violenti, per arrivare addirittura all’omicidio, in genere manifestavano una personalità narcisistica ed erano tutti molto abili a manipolare la vittima sotto il profilo affettivo.

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Ma perché può diventare violento?

Perché il narcisista maligno, soprattutto se maschio, quando sente crollare sotto i piedi il teatrino che ha creato, quando si sente smascherare, è molto probabile che diventi aggressivo sul piano fisico. Come è successo nel caso di Giulia Tramontano: l’elemento che mi ha portato immediatamente a pensare che la ragazza non avesse nessuna realistica possibilità di sopravvivenza è stato che la scomparsa avveniva in maniera contestuale all’emersione della doppia vita che questo soggetto conduceva. Un narcisista come lui, messo di fronte a un bivio, a una situazione che non può tollerare e che non è in grado di affrontare in modo funzionale diventa assolutamente distruttivo, elimina l’ostacolo. Lei era un ostacolo, e un ostacolo molto serio.