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IA, la Santa Sede detta le regole: “Non va divinizzata e adorata, solo strumento”
Pubblicata la “nota” Antiqua et nova. E' rivolta a genitori, insegnanti, preti e vescovi
IA, la Santa Sede detta le regole: “Non va divinizzata e adorata, solo strumento”
Dopo Papa Francesco, la Chiesa di Roma e non uno stato estero interviene in maniera “pesante” nel dibattito sull'uso dell'Intelligenza artificiale: no a “divinizzazioni e adorazioni “ no all'uomo “schiavo della stessa opera”. Per i cattolici arriva una specie di “regola”.
La nota ufficiale "Antiqua e nova"
A parlare sono il Dicastero per la Dottrina della Fede e il Dicastero per la Cultura e l'Educazione nella nota “Antiqua et nova”, pubblicato dopo l'approvazione del Papa.
Il documento guida per tutti i cattolici, mette in luce sfide e opportunità dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale nei campi di educazione, economia, lavoro, sanità, relazioni internazionali e interpersonali, contesti di guerra. A fare da traccia ai 117 paragrafi, i moniti di Francesco sull'IA in questi ultimi anni. La Nota è rivolta a genitori, insegnanti, preti, vescovi e quanti sono chiamati a educare e trasmettere la fede, ma anche a coloro che condividono l'esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico al servizio della persona e del bene comune.
Per la sanità e i malati
Pur detenendo un enorme potenziale in svariate applicazioni in campo medico (ad esempio l’aiuto all’attività diagnostica), l’IA qualora andasse a sostituire la relazione medico-paziente lasciando l’interazione solo alle macchine, rischierebbe di “peggiorare quella solitudine che frequentemente accompagna la malattia, specialmente nel contesto di una cultura dove le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare", un uso "di tali sistemi non sarebbe conforme al rispetto della dignità della persona e alla solidarietà con i sofferenti".
Attenzione ai fragili
Pure l’ottimizzazione delle risorse, mette in guardia il documento, non deve “penalizzare i più fragili” o creare “forme di pregiudizio e discriminazione” che portino a rafforzare una “medicina per i ricchi”, in cui le persone provviste di mezzi finanziari "traggono beneficio da strumenti avanzati di prevenzione e informazioni mediche personalizzate, mentre altri faticano ad avere accesso persino ai servizi di base". Pertanto, "sono necessari quadri equi di gestione per garantire che l’utilizzo dell’IA nell’assistenza sanitaria non aggravi le disuguaglianze esistenti, ma sia al servizio del bene comune".
L'IA strumento di guerra
Le potenzialità dell’IA potrebbero accrescere le risorse belliche “ben oltre la portata del controllo umano", "accelerando una corsa destabilizzante agli armamenti con conseguenze devastanti per i diritti umani”. Minaccia vera e propria per “la sopravvivenza dell’umanità o di intere regioni”, queste tecnologie “danno alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti, senza risparmiare nemmeno i bambini”.
Per evitare che l’umanità precipiti in “spirali di autodistruzione”, è necessario “assumere una posizione netta contro tutte le applicazioni della tecnologia che minacciano intrinsecamente la vita e la dignità della persona umana”.
"I sistemi di armi autonome e letali, in grado di identificare e colpire obiettivi senza intervento umano diretto, sono grave motivo di preoccupazione etica", e Papa Francesco "con urgenza ha invitato a ripensare lo sviluppo di tali armi per bandirne l’uso", "nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano".