Cronache

"Peccati della carne non gravi", così il Papa ci ricorda il valore dell'umiltà

L'opinione di Marco Palmisano*

In poche parole, siamo tutti peccatori. Solo che non ci piace riconoscerlo

Papa Francesco nell’accogliere le dimissioni del Vescovo di Parigi Mons. Aupetit, ha detto che le ha accettate più per il chiacchiericcio che il caso ha suscitato, più che per il fatto in sè – si trattava infatti solo di qualche messaggio un po’ spinto alla segretaria – e poi, ha proseguito il Papa, non sono certo i peccati della carne ad essere i più gravi.

L’occasione è propizia per ricordare che i peccati gravi sono tutti quelli contro i 10 comandamenti, che sarebbe bello ogni tanto poter ripassare e scoprire così che nemmeno ce li ricordiamo tutti. E dopo questa prima scoperta, accorgerci anche che la legge del Decalogo così cara ad Ebrei e Cristiani non è per niente facile da osservare, anzi. Il grande Sant’Agostino al proposito diceva che “La legge ci è data proprio perché noi si abbia l’umiltà di capire che da soli non siamo in grado di osservarla e che per questo è necessario pregare e chiedere la grazia per poterla osservare.”

In poche parole, siamo tutti peccatori. Solo che non ci piace riconoscerlo. Mentre invece è molto più facile riconoscere il peccato altrui, soprattutto se a commetterlo sia un uomo di Chiesa.

E allora due conclusioni. La prima è che la morale cristiana è un cammino che non si ferma alla semplice constatazione dell’essere peccatori ma, al contrario, come quando si sale in montagna, ad ogni scivolata si richiede la ripresa ancor più forte per la salita, con la grazia e il cambiamento conseguente. Quanta poca gente si confessa oggigiorno. E forse è questo il peccato più grande. La superbia di cui parla Papa Francesco.

La seconda conclusione è che c’è bisogno come il pane di laici cristiani e di uomini di buona volontà che, avendo la coscienza di essere peccatori, assumano di fronte alla vita e alle persone un atteggiamento più umile e costruttivo, verso sé e verso tutti. Da persone che pur sbagliando spesso continuano però a perseguire e a volere il bene, il giusto e il vero.

Di Immacolata ce n’è una sola. Ed è quella che festeggiamo domani, 8 dicembre. Auguri a tutti.

Presidente Club Santa Chiara*

 

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