Cronache

“Il procuratore Creazzo è un porco". La pm: io molestata. Ma va a processo

La pm palermitana finisce davanti alla disciplinare del Csm "non certo per avere denunciato i fatti" ma per aver "ricercato una privata 'giustizia'"

Giudizio disciplinare per il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e per il pm di Palermo Alessia Sinatra. E' quanto ha chiesto il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, come si legge in una nota diramata stamane dalla procura generale della Suprema Corte, che, con riferimento a notizie di stampa, precisa che "il 2 dicembre 2020 la procura generale ha esercitato l’azione disciplinare nei confronti del dottor Giuseppe Creazzo, procuratore della Repubblica di Firenze, a seguito delle accuse specificamente a lui rivolte dalla dottoressa Sinatra in sede di interrogatorio disciplinare, sottoposte a verifica attraverso attività di indagine. Il 25 gennaio 2021 è stato chiesto il giudizio al Csm, la cui sezione disciplinare potrà valutare le deduzioni addotte dal magistrato a sua discolpa. "Non corrisponde dunque a verità che per i fatti suddetti non vi sia stata iniziativa o che non siano stati ascoltati i testimoni".

Nella stessa data, prosegue la procura generale, "è stato chiesto il giudizio, separatamente, anche della dottoressa Sinatra, non certo per avere denunciato i fatti: la contestazione - si spiega nella nota - è infatti relativa all’uso improprio di quei fatti, al fine di ricercare una privata 'giustizia', come dalla stessa dottoressa rappresentato. Valuterà la sezione disciplinare se ciò costituisca condotta scorretta e se, in tal caso, essa possa considerarsi giustificata dagli aspetti personali coinvolti". La vicenda al centro del fascicolo disciplinare è emersa da una chat tra Sinatra e Palamara, e riguarda presunte avances che la pm sostiene di aver subito dal capo della procura di Firenze definendolo “un porco”.

Una storia quindi che si intreccia con quella del noto ex membro del Csm Luca Palamara. La pm palermitana ha espresso “amarezza” per questa decisione e ritiene di aver “espresso un giudizio nei confronti di un collega” e che così “è come subire una ingiustizia due volte”, come si legge su Repubblica. Per Salvi, però, si sarebbe trattato di un comportamento “gravemente scorretto” nei confronti di Creazzo e quindi passibile di essere sanzionato da parte della Sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Tutto inizia alla fine di maggio dello scorso anno. Il 23 maggio la Commissione incarichi direttivi del Csm sta votando per il successore di Giuseppe Pignatone al vertice della Procura di Roma. Quattro i voti a favore del procuratore generale di Firenze Marcello Viola, un voto ciascuno per Creazzo e per Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo e capo della dottoressa Sinatra.

Il Riformista ha pubblicato alcuni stralci della conversazione. “Non mi dire che Creazzo ci crede?”, scrive allora Sinatra a Palamara, “sono pronta a tutto e lo sai”. “Io insieme a te. Sempre…”, risponde Palamara. “Ma con te il porco ha parlato?”, prosegue Sinatra. E Palamara: “Assolutamente no”. “Porco mille volte”, la secca replica della magistrata. Passa qualche giorno ed i due tornano sul risultato del voto in Commissione. “Sono inorridita. Sento kazzate su valori e principi fondanti ed elevatissimi. E su queste basi il gruppo per il quale io mi sono spesa stando nell’angolo, farà di tutto per mettere sulla poltrona di Roma un essere immondo e schifoso”. Si riferisce a Creazzo. Poi, in un altro messaggio, aggiunge: “Capo (Lo Voi, ndr) apparentemente tranquillo (è troppo furbo). Con me delizioso. Solo qualche battuta sul Csm. Ma non fa trapelare nulla…”. Palamara: “Posso ben immaginare. Non può ritirarsi perché si preclude il ricorso”.

Il procedimento al procuratore di Firenze "era un atto dovuto a seguito della denuncia circostanziata della mia assistita". Lo sottolinea l'ex consigliere del Csm Mario Serio, difensore della pm Alessia Sinatra, che non nasconde pero' "amarezza" e "sorpresa" per i contenuti del comunicato della procura generale della Cassazione, pur esprimendo "il massimo rispetto" e premettendo di non voler entrare nel merito del procedimento. "La procura generale sembra considerare che la partita possa ritenersi chiusa in pareggio con due distinte incolpazioni", dice Serio riferendosi ai due procedimenti aperti, uno a carico del procuratore Creazzo per le molestie sessuali denunciate da Sinatra e l'altro nei confronti della sua assistita per un "uso improprio di quei fatti".

"E' evidente che si tratta di posizioni totalmente e sideralmente distanti l'una dall'altra e amareggia che si dica che la dottoressa Sinatra abbia inteso perpetrare una sorta di giustizia privata". Invece la pm di Palermo "non ha mai sostenuto questa tesi. Ha solo detto che si trattava di un privato colloquio nel quale risaltava la propria amarezza e il proprio rammarico- prosegue Serio riferendosi a quel colloquio con Luca Palamara per il quale anche lei e' finita a giudizio disciplinare- . Non ha mai inteso interferire con l'attivita' del Csm, ne' avrebbe potuto farlo, parlando con un estraneo al Consiglio superiore, una persona con cui aveva grande confidenza e una delle prime a cui nel passato aveva comunicato l'episodio". "Pensavamo tutti che la vicenda si sarebbe conclusa senza questo strascico di amarezza e gravi ripercussioni sulla carriera. Ma questo sara' materia di giudizio della Sezione disciplinare, a cui chiederemo una trattazione particolarmente accelerata del procedimento date le conseguenze gravemente negative sul piano psicologico e materiale che lo stesso comporta", annuncia il difensore.

E anticipa anche un'altra mossa: "chiederemo anche l'ammissione di un teste fondamentale che era stato inizialmente citato dalla procura generale e poi mai sentito, che potra' testimoniare sulla gravita' del disagio psicologico subito da Sinatra". "In ogni caso nell'articolata memoria depositata in procura generale, cui non e' stato mai dato alcun riscontro, si era espressamente chiesta la dichiarazione di non doversi procedere per la scarsa entita' del fatto che viene adombrata nello stesso comunicato odierno della procura generale", aggiunge il difensore. Che chiude il suo ragionamento con un interrogativo: "come mai prospettano questa ipotesi, rimettendola alla Sezione disciplinare, quando avrebbero gia' potuto chiedere l'archiviazione su questa base?".