Cronache

Immigrazione, a Ventimiglia sgomberato il presidio dei profughi

Hanno lasciato la scogliera dei Balzi Rossi, luogo simbolo dell'immigrazione negata per tutta l'estate, dopo lo sgombero di stamani del presidio No Borders e dopo la mediazione del vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta. La cinquantina tra attivisti dei centri sociali e migranti , dopo una lunga discussione, ha accettato di muoversi: gli stranieri saranno accolti al centro di accoglienza, gli attivisti verranno solo identificati.
Si conclude così la lunga, tesissima giornata che è iniziata con lo sgombero del  campo No Borders, autogestito da migranti e attivisti. Nel pomeriggio la polizia italiana ha fermato una trentina di giovani francesi e italiani che volevano unirsi al presidio sugli scogli passando da Mentone: dopo qualche minuto di tensione, sono stati fatti passare oltre il confine italiano. Intanto continuava la mediazione di monsignor Suetta per trovare una soluzione che permetta anche di lasciare la scogliera.

Questo il post degli attivisti sulla pagina Facebook  'No Borders': "Notte di preparativi per resistere alla possibilità - sempre più concreta - dello sgombero dell'area del Presidio dei Balzi Rossi. Molti indizi lasciano temere il peggio e per questo, discussa la questione in assemblea con gli shebab, abbiamo deciso di spostarci sugli scogli pronti a resistere, come quell'11 giugno quando tutto cominciò con l'azione decisa di un gruppo di migranti che trovarono la frontiera con la Francia chiusa e decisero di rifugiarsi sulle rocce in riva al mare, esattamente davanti alla frontiera di Ponte San Ludovico. Tra poco saremo lì di nuovo. E se qualcuno avesse pensato il contrario WE'RE NOT GOING BACK!"

Confine sbarrato dai poliziotti francesi, dall'Italia 12 camionette dei carabinieri e 3 pullman arrivati all'alba ai Balzi Rossi. Succede alla frontiera di Ventimiglia, al campo No Borders autogestito da migranti e attivisti. In un centinaio, per evitare lo sgombero e l'arresto, sono fuggiti dalle tende sotto la pineta e si sono spostati sugli scogli, portando tutto con loro, come a giugno all'inizio della protesta. Migranti e attivisti hanno passato tutta la mattina sugli scogli mentre il campo viene abbattuto.
 
Per evitare lo sgombero e l'arresto, all'alba di stamani un centinaio di  persone tra migranti e italiani sono fuggiti dal campo occupato sotto la pineta, e si sono rifugiati sugli scogli, portando tutto con loro, come a giugno all'inizio della protesta. E' stato fermato un cittadino bulgaro, esponente dei no border, che risultava colpito da un ordine di cattura internazionale per rapina, a quanto si apprende dalla questura di Imperia. Gli immigrati e gli attivisti sgomberati che non sono riusciti a saltare sulla scogliera sono stati portati negli uffici del commissariato e dei carabinieri per l'identificazione.
Tutti chiedono di potersi allontanare senza essere identificati, nel caso si trovi una soluzione per ospitare altrove il presidio. Bloccati dalla polizia tutti coloro che cercano di avvicinarsi agli scogli per portare acqua e cibo.

Balzi Rossi, migranti e attivisti lasciano la scoglieraNavigazione per la galleria fotografica1 di 6Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow 
E' la mediazione del vescovo Antonio Suetta a convincere migranti e attivisti del presidio No Borders, sgomberato all'alba, a lasciare la scogliera dei Balzi Rossi senza l'intervento della polizia. (ph. Filetto)

In mattinata è arrivato il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, che ha iniziato una mediazione cercando di convincere migranti e manifestanti a lasciare la scogliera per trovare una nuova collocazione: il prelato aveva già espresso la propria disponibilità a cercare una soluzione alternativa al campo, in vista della stagione fredda. Da quanto si apprende la polizia, che al momento resta schierata davanti alla scogliera su cui si iniziano a montare le prime tende, lascerebbe passare tutti senza fermarli. L'intervento  del vescovo era stato chiesto dagli attivisti subito dopo il blitz:  "Sta arrivando qui, ha già contattato la Prefettura e gli hanno assicurato che non useranno la forza - hanno detto - Di sicuro, il vescovo si era detto disponibile a concederci una struttura per traslocare il presidio. Se ci lasciassero passare, magari ci sposteremmo senza conseguenze per nessuno...".

Lo sgombero. Intorno alle 7, mentre albeggia, nel caos e tra le urla dei No Borders, le forze dell'ordine - dodici camionette - entrano nell'accampamento con un'ordinanza di sgombero: lo  smantellano e bonificano, "Come chiedevamo da tempo, troppi i disagi che causava", commenta subito il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano. Gli attivisti hanno indetto una manifestazione per mezzogiorno nel centro di Ventimiglia; in arrivo giovani da varie parti d'Italia, confermata la presenza di associazioni solidali.
Ventimiglia, l'arrivo della polizia e gli attivisti sugli scogli
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Ma qui, tra i migranti, nessuno si arrende, "Noi resistiamo, stiamo qui sugli scogli, come alle origini, guardandoci a distanza con gli agenti", spiega concitato Alexander, uno degli attivisti dagli scogli. Intorno, ritmi e slogan della protesta di sempre: “We are not going back”. Intanto le forze dell'ordine in assetto anti sommossa sono sempre più vicine, circondano gli scogli, e si teme uno scontro sulle rocce che potrebbe essere rischioso. "Le strade sono chiuse, ci sono ragazzi che stanno provando a raggiungerci ma vengono bloccati", denunciano dagli scogli i ragazzi, che mandano foto, "ma non sappiamo per quanto avremo ancora i cellulari carichi, nè cosa succederà".

Questo il post degli attivisti sulla pagina Facebook  'No Borders': "Notte di preparativi per resistere alla possibilità - sempre più concreta - dello sgombero dell'area del Presidio dei Balzi Rossi. Molti indizi lasciano temere il peggio e per questo, discussa la questione in assemblea con gli shebab, abbiamo deciso di spostarci sugli scogli pronti a resistere, come quell'11 giugno quando tutto cominciò con l'azione decisa di un gruppo di migranti che trovarono la frontiera con la Francia chiusa e decisero di rifugiarsi sulle rocce in riva al mare, esattamente davanti alla frontiera di Ponte San Ludovico. Tra poco saremo lì di nuovo. E se qualcuno avesse pensato il contrario WE'RE NOT GOING BACK!".

Confine sbarrato dai poliziotti francesi, dall'Italia 12 camionette dei carabinieri e 3 pullman arrivati all'alba ai Balzi Rossi. Succede alla frontiera di Ventimiglia, al campo No Borders autogestito da migranti e attivisti. In un centinaio, per evitare lo sgombero e l'arresto, sono fuggiti dalle tende sotto la pineta e si sono spostati sugli scogli, portando tutto con loro, come a giugno all'inizio della protesta. Migranti e attivisti hanno passato tutta la mattina sugli scogli mentre il campo viene abbattuto.

Confine sbarrato dai poliziotti francesi, dall'Italia 12 camionette dei carabinieri e 3 pullman arrivati all'alba ai Balzi Rossi. Succede alla frontiera di Ventimiglia, al campo No Borders autogestito da migranti e attivisti. In un centinaio, per evitare lo sgombero e l'arresto, sono fuggiti dalle tende sotto la pineta e si sono spostati sugli scogli, portando tutto con loro, come a giugno all'inizio della protesta. Migranti e attivisti hanno passato tutta la mattina sugli scogli mentre il campo viene abbattuto.
 
Per il sindaco "devono spostarsi, dove andranno lo valuterà la questura, ma questa situazione non poteva più andare avanti - spiega - capiamo le motivazione della loro protesta ma il campo era abusivo e ci vuole rispetto per una città che è stata accogliente e ospitale".

Per ora, però,il confronto è sugli scogli, da una parte decine di agenti in assetto antisommossa, dall'altra loro. "C'era tensione nell'aria, sapevamo del rischio di uno sgombero ma non pensavamo di arrivare a questo punto. Dodici camionette sono tante. Mentre i francesi hanno sbarrato il confine per evitarci vie di fuga", conclude Alex.