Cronache

Impagniatello e giustizia riparativa, "potrà incontrare i genitori di Giulia"

di Eleonora Perego

Il coordinatore scientifico dell'Ufficio di mediazione penale di Milano parla con Affari sull'istituto pronto a rivoluzionare la giustizia penale

E quando il giudice lo può disporre?

Qualora reputi che lo svolgimento di un programma di giustizia riparativa possa essere utile alla risoluzione delle questioni derivanti dal fatto per cui si procede e non comporti un pericolo concreto per gli interessati e per l'accertamento dei fatti. L’opportunità di gestire gli effetti distruttivi che il reato ha prodotto, e per provare a ricomporre i legami sociali tra la vittima, il reo e la comunità di appartenenza.

Secondo lei nel caso dell’omicidio di Senago si può avviare un simile processo?

Non voglio entrare nel merito di situazioni che sono al vaglio della magistratura e che, ancora di più, hanno da pochi giorni distrutto la vita di Giulia, dei suoi genitori, quella di un’altra ragazza, sopravvissuta, ma anche quella di Impagnatiello e dei suoi genitori, vittime anche loro di questo fatto. Quello che posso dire è che in casi come questi il giudice può, anche nel corso del processo, ricorrere alla giustizia riparativa per favorire la eventuale ricomposizione dei legami lacerati dal gesto omicida. Dare un nome a ciò che è accaduto è ciò che può aiutare a iniziare ad avvicinare mondi incommensurabili.

Potranno – come dicevo – essere eventualmente anche i partecipanti a chiedere al giudice di favorire una mediazione. La ricomposizione in una situazione come questa è una dinamica estremamente importante, che può avvenire solo se la magistratura lo reputa possibile e se ci sarà il consenso sia della persona indicata come autore dell’offesa sia dei parenti della vittima. Nessuno può essere costretto a intraprendere un programma di giustizia riparativa. Impagniatello potrebbe, peraltro, essere invitato a incontrare i genitori di Giulia anche dopo la condanna definitiva.

LEGGI ANCHE: Giulia Tramontano, autopsia: 37 coltellate, la vittima non si è difesa