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Ischia, morta per la caduta da un dirupo. Dopo nove mesi la verità: ennesimo femminicidio
Così è stata uccisa dal fidanzato la 32enne Marta Maria Ohryzko: il finto soccorso e il soffocamento
Ischia, ennesimo femminicidio: Marta non è morta per la caduta in un dirupo ma è stata uccisa
Le cause della morte della 32enne Marta Maria Ohryzko, avvenuta a Ischia il 13 luglio 2024, non aveva convinto gli inquirenti. Qualcosa non tornava in quella caduta in un dirupo fatale. Dall'autopsia erano infatti emersi ematomi e altre ferite non compatibili con quell'incidente. Dopo nove mesi ecco la terribile verità: si tratterebbe dell'ennesimo femminicidio. Marta, infatti, si fratturò la caviglia cadendo in un dirupo dove il compagno violento la raggiunse non per prestarle soccorso ma per sferrarle un pugno nell'occhio prima di soffocarla tappandole naso e bocca con una mano. Il 41enne Ilia Batrakov era già detenuto per questa vicenda, a cui ora viene contestato l'omicidio volontario pluriaggravato.
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La misura cautelare del carcere venne disposta dal gip e poi confermata dal Riesame il 5 agosto. A dare una svolta alle indagini dei militari di Ischia sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche, e le risultanze della consulenza autoptica. L'omicidio volontario viene contestato nella forma pluriaggravata dai motivi abietti e futili, e dal fatto che l'indagato avrebbe agito "approfittando di circostanze di tempo, luogo e di persona, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa".
Ascoltato dai carabinieri all'epoca Ilia Batrakov raccontò che la sua compagna si era allontanata dalla roulotte nella quale vivevano dopo un litigio, per poi cadere nel dirupo fratturandosi una caviglia. Più volte, fu accertato, chiese invano aiuto col telefonino all'uomo prima di morire non per un'embolia provocata dalla frattura, come venne ipotizzato in un primo momento, ma uccisa, secondo le nuove risultanze investigative, dal 41enne russo.
