L'Italia viene giù e le istituzioni stanno a guardare
Perché l'Italia crolla
Cosa succede all’Italia?
Crollano ponti, crollano Chiese, vengono giù palazzi e si aprono voragini metropolitane con incredibile regolarità.
E poi d’autunno le piogge ingrossano i fiumi che straripano dai loro alvei provocando altri disastri in un Paese, come il nostro, sensibilissimo dal punto di vista idrogeologico.
Tutto crolla, tutto va in rovina.
Ma si tratta solo del fato che ha preso di mira l’Italia e le sue infrastrutture?
Non crediamo.
La Scienza, ma anche la logica ci dicono ben altro. Tutto ha inizio con la fine della Prima Repubblica. Da allora gli amministratori pubblici divengono molto più cauti, si ha paura ad agire, perché basta anche qualche sbaglio formale per finire nei guai. Nel contempo si assiste ad una mutazione antropologica -in peggio- della nostra classe dirigente, frutto del lassismo scolastico ereditato da un criminale ’68 coniugato con sistemi elettorali che premiano sempre di più l’ignoranza e l’incompetenza al potere, in nome del consenso popolare che dovrebbe magicamente supplire alla mancanza di conoscenza.
Risultato: viene giù tutto e le istituzioni non sono più in grado di reggere la situazione.
Manutenzioni carenti se non nulle, pressapochismo dilagante, visioni antiscientifiche, perdita del buon senso, pigrizia ed indolenza e certezza di non essere mai responsabili. Così si è rovinata l’Italia, dopo decenni di menefreghismo praticato con gioiosa sistematicità.
Quindi non si tratta di nessuna volontà numinosa ostile, ma della somma di quanto appena detto. Per invertire il trend serve una nuova etica ed una nuova classe politica che però, assomigli -strano a dirlo- a quella della Prima Repubblica, dove almeno le cose funzionavano.
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