Cronache
La pedofilia tra i preti è un fenomeno prettamente post conciliare
Bergoglio ha mandato una lettera di scuse alla comunità cristiana
Causa migliaia di segnalazioni di pedofilia tra i preti, Bergoglio ha mandato una lettera di scuse alla comunità cristiana. Pochi commentatori hanno fatto presente che la pedofilia tra i preti è un fenomeno prettamente post conciliare. Sarà un caso, ma prima del concilio vaticano II (62-65) non si ha notizia di bambini abusati dai preti. Durante i lavori dell’assise conciliare prese forma l’idea di una chiesa non più militante, ma peregrinante, in ascolto dei segni dei tempi, pronta a rinunziare alla verginità della sua dottrina, per lasciarsi fecondare dai valori laici del mondo. Il Concilio impose ai vescovi, come un dovere, la “sociologia pastorale”, raccomandando di aprirsi alle scienze del mondo, dalla sociologia alla psicanalisi. In quegli anni era stato riscoperto lo psicanalista austriaco Wilhelm Reich. Nel suo libro manifesto “La Rivoluzione sessuale,” Reich aveva sostituito alle categorie della borghesia e del proletariato quelle di repressione e di liberazione, intendendo con questo ultimo termine la pienezza della libertà sessuale. Ciò implicava la riduzione dell’uomo a un insieme di bisogni fisici e, in ultima analisi, ad energia sessuale. Una nuova morale, basata sull’esaltazione del piacere, avrebbe presto spazzato via la morale tradizionale cristiana, che attribuiva un valore positivo all’idea di sacrificio e di sofferenza. I nuovi moralisti, ai tempi del concilio definiti “pornoteologi”, sostituivano alla oggettività della legge naturale, la “persona”, intesa come volontà progettante, sciolta da ogni vincolo normativo e immersa nel contesto storico-culturale, ovvero nell’ “etica della situazione”. E poiché il sesso costituisce parte integrante della persona, rivendicavano il ruolo della sessualità, definita “funzione primaria di crescita personale". Da tale brodo culturale, lo "scivolamento" da uomo di chiesa ad uomo di piacere è stato spontaneo ed irreversibile.