Cronache

Lavoro, risorse umane post covid e (calo) vita lavorativa: Italia ultima in Ue

di Elisa Scrofani

HR, focus sugli obiettivi di business (57,4%) e formazione in azienda. Italia fanalino di coda in Europa: si lavora 31, 2 anni

Che cosa ha più valore oggi rispetto al passato nella valutazione delle performance? Il parere delle aziende è univoco: raggiungere i risultati di business prefissati (57,4%), la capacità di innovare e la flessibilità nell’adattarsi a richieste e cambiamenti (42,7%). Al terzo posto è il rispetto delle skills richieste dal relativo livello professionale (29,4%). Anche su quello che ormai conta meno le aziende sono d'accordo: perdono terreno il “cartellino”, le ore sul posto di lavoro non sono determinanti (39,7%), e il luogo in cui si svolge l'attività (33,9%).

Infine crescono gli investimenti in formazione. Il 72% delle aziende ha potenziato l’offerta formativa per i dipendenti, rafforzando l’offerta dei corsi già a disposizione (35,4%) o adottando modalità e-learning (27,1%).

Vita lavorativa: la più breve in Italia, poi in Grecia. La più lunga in Svezia

E' quanto emerso dall'analisi dell'Eurostat. Nel 2020 si è registrato un calo della durata media della vita lavorativa per un 15enne dell'Unione Europea a 35,7 anni, 0,2 anni in meno rispetto alla media del 2019. Si tratta della prima contrazione dal 2000 a questa parte. La crisi covid ha impattato influenzando anche ad esempio la decisione di molti giovani di immettersi, ormai pronti, nel mercato del lavoro, inducendoli a rinunciare alle ricerche in vista di scarse aspettative di riuscita.

Continua a leggere...